C3LTIC 4EVER

17.566 persone che si alzano in piedi per applaudire. 17.566 persone che si sentono in dovere di ringraziare. 17.566 persone che, anche solo internamente, piangono perché vedere un pezzo di storia per l’ultima volta fa sempre male. 17.566 cuori che si uniscono per esprimere tutta la riconoscenza che solo una città dai fortissimi valori morali sa dimostrare. 35.132 occhi che fissano una sola persona. 35.132 mani che si toccano per comporre una delle standing ovation più sentite di sempre. Sono solo numeri, proprio quelli che indicano l’importanza di un evento ma che non riescono a raccontare neanche un po’ i sentimenti di chi ha dato davvero tutto per una maglia, che non riescono a racchiudere nulla di quello che questa meravigliosa storia d’amore vuole dirci. Il primo bacio ideale arriva il 24 giugno del 1998, quando Chris Wallace (GM Celtics) si ritrova tra le mani qualcosa di inaspettato. Avere un giovane ragazzo di Kansas, via Inglewood, da più di 16 punti di media ancora disponibile alla 10 va oltre il concetto di Steal of Draft. Quella sera, al General Motors Place di Vancouver, Paul Anthony Pierce diventa un Celtic. Il primo vero bacio, meno ideale di quello estivo, arriva il 5 febbraio 1999, quando la NBA apre i battenti dopo aver rischiato la cancellazione della stagione. Il primo lockout della storia si interrompe e il 5 febbraio aprono i Boston Celtics contro i Toronto Raptors. Al TD Garden continua la ricostruzione bianco-verde e Paul Pierce va subito in quintetto: arriverà una sconfitta ma i 19 punti, i 9 rimbalzi, i 5 assist e le 4 stoppate che piazza il #34 fanno capire di quanta personalità abbia un giovane dall’adolescenza piuttosto movimentata. Non è questa la sede in cui ricostruire l’intera carriera di Paul Pierce, uno che le tappe le ha bruciate come pochi, conquistando il cuore di una città che dà tanto e pretende tanto, una città in cui il senso di appartenenza è davvero tutto. Abbiamo iniziato con dei numeri e proviamo a raccontarvi chi è e chi è stato Paul Pierce, chi è e chi è stato il Capitano e la Verità per i Boston Celtics: 15 stagioni, 1.102 partite, 24.021 punti, 6.651 rimbalzi, 4.305 assist, 1.823 triple segnate, 10 convocazioni per l’All-Star Game, titolo NBA nel 2008 e annesso MVP, 0 partite senza andare a referto.

Per quanto impressionanti, per quanto possano indicare il valore assoluto di un giocatore completamente diverso rispetto agli altri, questi numeri non ci dicono assolutamente nulla su quello che Paul Pierce è stato per i Celtics. Il più profondo dei legami, il senso di rispetto che sempre ha caratterizzato questa storia d’amore non ha eguali nella Lega. Per Boston, dal 13 marzo 2001, Paul Pierce è semplicemente The Truth, la verità. Soprannome insolito per un giocatore di pallacanestro. Il vero autore di questo nickname si chiama Shaquille O’Neal, centro dei Lakers, storici rivali Celtics. È chiaro fin da subito che la storia di Pierce è diversa dalle altre. Come può un nemico, sportivamente parlando, attribuirti un soprannome? Le dinamiche della vicenda sono più uniche che rare. Dopo una partita, l’ennesima battaglia, tra Lakers e Celtics, Shaq va da Steve Bulpett, primissima penna del Boston Herald, e gli dice chiaro e tondo di scrivere che “Paul Pierce è la verità“. Nella notte del 13 marzo 2001 un giovane Pierce aveva tirato 13/19 dal campo, segnando 42 punti allo Staples Center di Los Angeles. Tutto quello che è di contorno rende Pierce una leggenda vivente dei Celtics. La fotografia che da stanotte sta facendo il giro del mondo, oscurata solo dall’ultima meraviglia di un altro figlio adottivo di Boston come Tom Brady, racconta tanto se non tutto, fungendo da sintesi di tutto ciò che c’è da sapere del rapporto Pierce-Boston, The Truth-Celtics. Un ragazzo cresciuto poco distante da Hollywood, nella periferia di Los Angeles, CA, diventa l’idolo indiscusso di una franchigia che odia, sempre sportivamente parlando, proprio quello spoglio di Stati Uniti. Un californiano che decide di dedicare tutta la sua vita ad una causa come quella di Lucky, l’uomo ritratto nel logo dei bianco-verdi e che stanotte si è meritato uno dei baci più belli di sempre. Il 5 febbraio del 2017, esattamente 18 anni dopo quella prima apparizione in cui uno sbarbato talento dimostrava a tutti la sua personalità, saluta per l’ultima volta il suo pubblico, lo stesso pubblico che in 15 anni non gli ha mai fatto mancare il proprio supporto, il proprio amore – sempre ricambiato – e che lo ha sempre onorato, anche quando si è presentato da avversario, con una maglia diversa, con un colore diverso. Anche in quelle occasioni, Pierce non è mai stato visto come un avversario ma come un ragazzo a cui va offerto tutto l’amore che si ha a disposizione, tutta la riconoscenza che si è in grado di concedere. Perché, come diceva qualcuno di importante e che a quel 100 Legends Way, Boston, MA 02114, USA ha dimostrato, “once a Celtic, always a Celtic“.

Già, proprio questo credo, proprio questo stile di vita, proprio questo concetto. La capienza del TD Garden è di 17.565 persone ma noi ne abbiamo contate 17.566, esattamente come abbiamo contato un paio di occhi in più. Sì, perché stanotte al Garden c’era anche The Coach, Red Auerbach, l’inventore di quel credo. Si sarà alzato in piedi anche lui, avrà applaudito anche lui, gli sarà scappata  anche una lacrima perché Paul Pierce è la sua idea di Celtics, perché avrebbe adorato il suo stile di gioco, la sua passione, la sua intelligenza, il suo talento. Anche se ha salutato, in lacrime, la sua gente, sa che dovrà tornare a prendere quegli applausi o forse anche di più. Perché accanto ai 21 stendardi, affianco a quei 21 numeri già ritirati presenti sul soffitto più sovraffollato della Lega, ne manca ancora uno: il suo #34, il #34 di The Captain and The Truth.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone