CHARLES BARKLEY - Occhi da diavolo e mani da angelo

barkleyyPochi giorni fa ha festeggiato il suo 52esimo compleanno,ma a sentirlo parlare sembra ancora un adolescente. Charles Wade Barkley al college giocò per l’università di Auburn, con i Tigers, nella sua sweet home Alabama. Pesava 140 chili e non arrivava all’1.95, pochini per fare il centro. Lo chiamano The Round Mound of Rebound, letteralmente “la tonda collina del rimbalzo”, ma il suo controllo sulla squadra è tale che nel garbage time di una partita che la squadra ma soprattutto lui avevano già stravinto si fa portare una pizza a bordocampo. Il caratterino è vivace, le mani sono di velluto e gli occhi sono quelli di chi non vuole perdere mai. Ad una selezione per le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 fa dei commenti non proprio gentili sull’eleganza delle scarpe di coach Bob Knight, hall of famer e soprannominato “il generale” per via della sua personalità vulcanica. Dopo l’esclusione disse in diretta Tv che lui un giorno andrà alle Olimpiadi e scriverà la storia. Nel 1992, infatti, nel famoso Dream Team di Barcellona, in quella che è considerata da tutti la squadra più forte di tutti i tempi, è miglior marcatore e miglior rimbalzista. E’ un ossessivo, uno che non si accontenta di vincere, vuole umiliare. In una partita di fase eliminatoria dell’Olimpiade contro l’ Angola, sopra di 34 punti, rifila una gomitata terribile a un avversario e per questo sarà fischiato per tutto il torneo. Gli inizi in NBA sono spettacolari sul parquet e problematici fuori. Va a giocare a Philadelphia, dicendo di voler sostituire il suo grande idolo Julius Erving. La squadra non è un granché ma riesce a portarla ai PlayOff. Poco più che maggiorenne è già il leader della squadra, e la Kenner lo sceglie per figurare nella Lineup dei suoi pupazzi. Finisce spesso sui giornali non solo per ragioni cestistiche: celebri sono alcuni scandali in cui viene coinvolto per donne, alcool e un’indimenticabile rissa con Bill Lainbeer, un Bad Boy dei Pistons di coach Daly. Stringe una grande amicizia con Michael Jordan, suo compagno nel Dream Team, che riaffronterà l’anno dopo in finale NBA. Si dice che abbia telefonato Jordan prima dell’inizio delle Finals dicendogli che il più forte era lui, e che il destino voleva i suoi Phoenix Suns campioni. Cambierà leggermente idea dopo le 6 partite. Grande esperto di musica, nell’immediato pre-stagione 1994-1995 va a vedere un concerto di Eric Clapton e si brucia la cornea, dopo essersi toccato con le mani piene di crema per ripararsi dalle folgoranti luci del palco. Questo spiacevole episodio lo costringerà a saltare la parte iniziale della stagione. Il 1996 è un anno decisivo per Charles. In estate vince il suo secondo Oro olimpico ad Atlanta, ed è ancora una volta miglior marcatore e miglior rimbalzista, con un’assurda percentuale al tiro dell’81%. Nei primi di settembre si consuma la trade che porta Barkley a Houston, scambiato per vari giocatori tra cui Robert Horry. I Rockets hanno vinto due titoli consecutivi e sono reduci da una scottante eliminazione, e vogliono formare i Big Three di questa epoca. Affiancano Sir Charles a due leggende viventi come Hakeem “The Dream” Olajuwon e Clyde “The Glide” Drexler, ma i problemi di infortuni lo limitano e nel 1999 subisce un gravissimo infortunio proprio contro i suoi Philadelphia 76ers. I medici dissero che la carriera era finita ma lui, ossessivo per definizione, 4 mesi più tardi tornò sul parquet, segnando un canestro ed annunciando il suo ritiro. Non si è arreso di fronte a sfottò e pregiudizi, non si è arreso di fronte a Knight, a Jordan o a Laimbeer, non si è arreso di fronte ad un terribile infortunio. Aveva una mente progettata per vincere, eppure resta uno dei pochi  a non avere anelli. Ma chi lo sa, magari a 52 anni, qualche chilo ed acciacco di troppo, è ancora convinto di potercela fare. Così ragionano i vincenti. Auguri Sir Charles!

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone