Emergenza Coronavirus, Silver incontra in conference call la NBPA e i giocatori

Nella notte italiana, sera Oltreoceano, si è tenuta l’attesa conference call che ha messo di fronte il Commissioner NBA, Adam Silver e la NBPA, rappresentata dall’executive director Michelle Roberts e da vari giocatori, capitanati da Chris Paul. Un’occasione, questa, per vagliare ipotesi e programmi sulla ripresa delle attività in tempi di pandemia da COVID-19 e su un’eventuale restart della stagione 2019/20, ferma dallo scorso 12 marzo.

ESPN, che ha ricevuto una registrazione del confronto (durato all’incirca un’ora, ndr), ne ha riportato i punti salienti. Innanzitutto, Silver ha spiegato che, in caso di ripresa dell’attività, l’ipotesi al momento che va per la maggiore è quella di concentrare le partite in una, massimo due città (Las Vegas ed Orlando), per ridurre al minimo gli spostamenti. Ha spiegato il Commissioner al riguardo: “Non c’è motivo di aggiungere del rischio per volare da una città all’altra se non ci saranno i tifosi. Per cominciare, sarebbe più sicuro ragionare su una o due“.

Secondo ESPN, quindi, dalla conference call sarebbe emerso che una decisione sulla sorte della stagione non dovrebbe arrivare prima di inizio giugno e che, dovesse arrivare il via libera, prima ci saranno almeno tre settimane di training camp.

Questione Playoff. Il format non dovrebbe essere modificato, mantenendolo sul modello delle 7 partite. La novità è che potrebbero essere concepiti una sorta di tornei di qualificazione per le squadre ancora in lizza nel caso la regular season non potesse essere completata. Altro dato importante, emerso dalla riunione, è che la stagione 2020/21, in ogni caso, comincerà il prossimo mese di dicembre.

Riguardo i contratti dei giocatori, tema ovviamente tra i più cari alla NBPA, Silver ha sottolineato che, ovviamente, i termini del contratto collettivo attuale non sono stati pensati per un periodo eventualmente così lungo di pandemia, la quale chiaramente rischia di portare, per qualche stagione almeno, ad una significativa riduzione dei ricavi del movimento e del salary cap.

Infine, si è parlato di come affrontare possibili nuovi casi di positività tra giocatori e staff. L’augurio della Lega è quello di poter riuscire a tracciare sistematicamente i contagi, tramite un monitoraggio sul singolo e i contatti prossimi, senza dover rischiare di mettere in quarantena squadra e staff nella loro interezza, andando quindi incontro ad un nuovo stop.

Secondo le stime, riporta ancora ESPN, i tamponi necessari per garantire la sicurezza sarebbero circa 15.000. Così ha spiegato Silver: “Finché non avremo un vaccino o un rimedio che metta al riparo dal rischio di morire per infezione da coronavirus, affronteremo il tutto assieme. La questione primaria è quanto rischio siamo disposti a prenderci come collettività“.

Vedremo come si evolverà la situazione nelle prossime settimane, ovviamente tenendo d’occhio quello che sarà l’andamento della pandemia negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone