Golden State @ Cleveland 90-120 (gara 3): James e Irving spazzano via i Warriors

GOLDEN STATE WARRIORS @ CLEVELAND CAVALIERS 90-120

(16-33, 27-18, 26-28, 21-31)

Reduci dalle sberle dei primi due atti dell’Oracle Arena, i Cleveland Cavaliers riaprono le Finals andando a vincere gara 3 d’autorità contro i Golden State Warriors tra le mura amiche della Quicken Loans Arena. Il tutto nella serata in cui Curry e Thompson giocano una delle loro peggiori partite in maglia GS (29 punti, 10/23 al tiro e 4/16 da tre, in due) e in cui Green passa più tempo a litigare con arbitri, staff e compagni piuttosto che a fare la differenza sul campo. Dall’altra parte, inevec, oltre alla prova di James (32 punti, 11 rimbalzi e 6 assist), c’è da segnalare il ritorno a grandi livelli di J.R. Smith (20 con 7/13 dal campo e 5/10 dall’arco) e la grandissima prova di Tristan Thompson (14 e 13 rimbalzi, di cui 7 offensivi) che ha letteralmente spazzato via Bogut ed Ezeli nella lotta sotto i tabelloni.

Il primo quarto, però, ha un protagonista assoluto: Kyrie Irving, autore di 16 punti (7/9 al tiro, chiuderà con 30 alla fine), di cui 4 nello 0-9 iniziale dei padroni di casa e 6 (con due triple consecutive) nel finale di frazione quando mette il 13-33 con meno di un minuto ancora da giocare. In mezzo tutte le difficoltà degli ospiti, fotografate dalle 5 palle perse (saranno 10 alla fine del primo tempo), dagli ‘Splash Brothers’ incapaci di realizzare anche uno solo degli otto tiri presi nei primi 12 minuti, dal nervosismo di Curry (due falli fischiatigli contro in pochi secondi) e dall’infortunio (botta al ginocchio su un blocco di Mozgov) che costringe Klay Thompson a abbandonare momentaneamente il terreno di gioco. Tocca, quindi, al supporting cast (Barnes in prima linea ma anche Livingston e Iguodala) provare a ricucire lo strappo, con il 7-0 di parziale in apertura di secondo quarto. Una schiacciata di Barnes a 8:20 dalla sirena di metà gara vale il rientro sotto la doppia cifra di svantaggio (27-36), ma l’energia di Tristan Thompson (4 punti in fila) rimettono un buon margine tra le due squadre in campo. Sembra di assistere ad una specie di elastico: ogni volta che i Warriors sembrano poter rientrare, i Cavs mettono dei canestri psicologicamente importanti (come le due triple in rapida successione di J.R. Smith per il 33-48 a 3:18 dall’intervallo lungo). Curry e Thompson continuano a litigare con i ferri della Quicken Loans Arena (2 punti in 14 minuti per l’MVP), ma nonostante tutto sono del numero 11 i canestri decisivi nel nuovo 7-0 di run che consente ai californiani di rientrare sul -7 (41-48) con 1:45 ancora sul cronometro e che fa da viatico al 43-51 a tabellone al minuto numero 24.

Al rientro dagli spogliatoi, l’approccio dei Cavs è simile a quello di inizio partita: 0-7 di parziale reso possibile da altri 4 punti di Tristan Thompson, e altri canestri decisivi di J.R. e Irving per il 46-60 a poco più di nove minuti dall’ultimo intervallo. E’ l’inizio di una nuova rottura prolungata dei Warriors che si ritrovano nuovamente sotto di 20 (48-70) dopo che James manda a bersaglio una tripla di importanza capitale a metà del terzo quarto. Curry prova a (ri)accendersi mettendo le sue due prime bombe di serata 813 i suoi punti nel terzo periodo), ma trova dall’altra parte Irving e J.R. pronti a ribatterli colpo su colpo. Il punto esclamativo, però, lo mette LeBron James che, sull’ennesima palla persa del 30, va a schiacciare l’alley oop del 59-79, prodromico al 69-89 con cui si arriva all’ultimo quarto. Che si rivela un inutile pro forma, visto l’approccio dei padroni di casa: tripla dio Smith per il 69-95 e partita abbondantemente in ghiaccio con 10 minuti ancora da giocare. Finisce 90-120 alla Quicken Loans Arena: abbiamo ancora una serie.

GOLDEN STATE WARRIORS: Barnes 18, Green 6, Bogut 4, K. Thompson 10, Curry 19, Iguodala 11, Livingston e Speights 5, Barbosa 8, Varejao 1, Clark 3;

CLEVELAND CAVALIERS: Jefferson 9, James 32 (11 rimb.), T. Thompson 14 (13 rimb.), J.R. Smith 20, Irving 30, Shumpert e Williams 3, Mozgov e Dellavedova 2, J. Jones 1, McRae 4.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone