IL PAGELLONE DEL 2014 - Gli Spurs in vetta, a Dallas e nella Baia le migliori idee di basket. Occhio a Raptors e Wizards

E’ Natale e già questo è un buon motivo per dividere i buoni dai cattivi. Il 2014 è stato senza dubbio l’anno dei San Antonio Spurs, a cui va, inevitabilmente, la palma di migliori dell’anno.

ATLANTA HAWKS 6,5
La stagione passata si è conclusa con dei playoff insperati. Adesso, che è cresciuta la consapevolezza di avere i mezzi per avere un ruolo sempre più da protagonisti, i risultati arrivano. Un posto tra le prime tre ad Est potrebbe essere soltanto l’inizio.
BOSTON CELTICS 5
Ok, è l’anno della rifondazione e tutte le altre dichiarazioni circostanziali. Ma una franchigia come Boston dovrebbe cercare altre vie al tanking per risollevarsi. Non è della stessa idea la società, che dà via anche Rondo. Non sarà questo, dunque, il biennio della ribalta biancoverde.
BROOKLYN NETS 5,5 Ai playoff hanno battuto gli stessi Raptors che adesso comandano la Eastern Conference. Il problema è le semifinali ad Est erano il massimo dividendo che le scellerate scelte societarie potevano pagare. Il fatto che vogliano mandare via Deron per rifondare è un segno che il concetto è stato recepito. Ma la luce alla fine del tunnel sembra ancora un po’ lontana.
CHARLOTTE BOBCATS 6
Bella cosa i playoff della scorsa stagione, per quello che sono durati. La squadra è giovane e anche se l’avvio di quest’anno non è stato dei migliori, l’ambiente è molto presente e con  un paio di investimenti azzeccati, l’impressione è che MJ possa tornare a gioire presto.
CHICAGO BULLS 6+
Non è facile, è vero. Parliamo di una franchigia che ciclicamente ormai si ritrova a dover fare i conti con un infortunio di Rose. Però, non è nemmeno ammissibile che si sciolgano ai playoff tutte le volte che la loro stella è in infermeria. L’avvio di quest’anno,comunque, fa ben sperare per la post-season.
CLEVELAND CAVALIERS 6
Il povero Irving non poteva continuare a predicare da solo nel deserto. Così, quest’anno è stato accontentato, con tanto di ritorni romanzeschi e arrivi di celebrità dall’Ovest. Avvio troppo altalenante per le aspettative, ma bisogna assolutamente dare del tempo ai Cavs, che rimangono tra le 2-3 favorite per l’anello.
DALLAS MAVERICKS 7
Hanno colto tutti l’essenza di questo sport, dai giocatori che si dimezzano lo stipendio, alla società che cerca di mantenere viva la fiammella della vittoria del 2011 a tutti i costi. E’ normale che prima o poi i risultati arriveranno. Magari quest’anno, con un Rondo in più.
DENVER NUGGETS 5,5
Troppo discontinui, anche se i singoli e l’allenatore sono di un certo livello. In primavera, sapremo finalmente se i Nuggets cercheranno il tassello mancante o se preferiranno rifondare. Ma bisogna trovare una soluzione per i prossimi mesi.
DETROIT PISTONS 5
Eterni incompiuti. Un quintetto se non da titolo, quasi. Che però ha un record raccapricciante. Tanto è lo sconforto che hanno dovuto mandare via Josh Smith, che fa da capro espiatorio. La prospettiva di un tank quest’anno prende sempre più forma.

GOLDEN STATE WARRIORS 7,5 Già l’anno scorso facevano impazzire, ma erano troppo distratti e inesperti. Adesso, che non sembrano né l’una né l’altra cosa, sono primi con al seguito tanti record di franchigia. Solidi in difesa, paurosi in attacco: un posto per le finali ad Ovest l’hanno già prenotato.
HOUSTON ROCKETS 6,5
La scorsa stagione ha lasciato più di qualche rimpianto. Stavolta, si intravede un percorso di crescita, che non è sfuggito nemmeno alla società: l’arrivo di Brewer vuol dire diventare pretendenti all’anello non solo sulla carta.
INDIANA PACERS 5,5
L’implacabilità del fato si è scatenata tutta su Indianapolis. Troppe occasioni sciupate contro gli Heat prima, tutti gli infortuni possibili e immaginabili poi. Con quel poco a disposizione è stato fatto il massimo, ma era lecito aspettarsi qualcosa in più da West e Hibbert.
LOS ANGELES CLIPPERS 6+
Manca ancora il quid che li inserirebbe senza indugi nelle favorite. Conviene che si mettano a giocare sul serio, perché la guerra ad Ovest per le prime posizioni è senza padroni e mai come stavolta è suggeribile arrivare più in alto possibile. Devono partire da quanto fatto in precedenza e migliorarsi.
LOS ANGELES LAKERS 5 La dirigenza è la prima nemica dei gialloviola. Bryant è nella sua versione “Cast Away” e oltre ad infrangere record personali non è questa la stagione in cui condurrà a nuovi fasti i suoi Lakers. Il punto è che nemmeno le prossime lasciano intendere un futuro migliore. Solo una telefonata del Mamba potrebbe convincere qualche big ad atterrare in California.
MEMPHIS GRIZZLIES 7,5
Umili, belli da vedere e ora anche vincenti. In Tennessee non ci speravano più, ma se i Grizzlies continuano così non saranno più semplicemente la mina vagante dei playoff, ma una seria contender. D’altronde, quei due sotto canestro sono un fattore di non poca rilevanza.
MIAMI HEAT 6
Era normale e prevedibile che il post LeBron sarebbe stato traumatico. I risultati effettivamente confermano le impressioni. Deng non poteva sostituire il Prescelto ma se si fosse preso un play decente, gli Heat sarebbero molto di più della semplice squadra di Wade. Sul voto influisce la serie delle Finals in cui non sono quasi mai stati realmente in partita.
MILWAUKEE BUCKS 6,5
Tanta fiducia per una franchigia che ha avuto lungimiranza su scelte e allenatore. L’anno scorso hanno letteralmente raschiato il fondo; ora si trovano con tanti giovani interessanti e si dimostrano ogni partita una squadra durissima da sconfiggere. La post-season magari non riserverà soddisfazioni, ma esserci arrivati sarebbe già un grande traguardo.
MINNESOTA TIMBERWOLVES 5
Anche qui il destino non è benevolo. La tempesta di infortuni che si è abbattuta sui T’wolves hanno fatto pensare alla dirigenza che quasi quasi è il caso di cominciare già a pensare alla stagione prossima. Il punto è che questa storia va avanti da tanti, troppi anni.
NEW ORLEANS PELICANS 6+ Il futuro è roseo, perché c’è Anthony Davis. Bene. Ma il presente, visto che qualche ottimo comprimario c’è, deve avere qualche marcia in più. Una semplice apparizione in post-season potrebbe rendere New Orleans anche una piazza più appetibile per il futuro, questione da non sottovalutare.
NEW YORK KNICKS 4,5
Non potrebbe essere dato voto migliore a chi continua a perseverare con gli stessi raccapriccianti errori societari. Stanno perdendo anni preziosi della carriera di Melo, che si poteva gestire molto meglio. Non ci meravigliamo se navigano nei bassifondi, dunque.
OKLAHOMA CITY THUNDER 5,5
Infortuni a parte, anche dopo il ritorno di Durant e Westbrook, stanno facendo troppa fatica per gli standard della squadra. E questi non sono segnali incoraggianti per una franchigia che dovrebbe finalmente cominciare a vincere.
ORLANDO MAGIC 5+
Sembra sempre l’anno buono per l’esplosione di uno dei talenti inespressi che si ritrovano. Eppure, alla fine, ci si ritrova sempre a parlare di una squadra di contorno. La prossima free agency potrebbe essere un’occasione buona per portare un po’ di esperienza in quella parte di Florida. Ma bisogna attendere ancora.
PHILADELPHIA 76ERS 5+ Il “più” è di semplice incoraggiamento. La colpa non è di chi scende in campo, tutti giovanissimi alle prime esperienze in NBA, che già sanno farsi valere. La scelta societaria è chiarissima, ma prima di poter dire con certezza se arriveranno ancora così in basso, bisogna aspettare la guarigione di Embiid.
PHOENIX SUNS 6-
Un backcourt impressionante. Nulla quaestio, però i Suns non decollano. E quest’anno ci sono dei Pelicans affamati come non mai. Devono essere più continui e bilanciare un po’ il talento portandone un tantino sotto canestro. Altrimenti i playoff saranno sempre un miraggio.
PORTLAND TRAILBLAZERS 7
Molto belli da vedere, sono pirotecnici quasi quanto Golden State. Loro però hanno Aldridge che tira con oltre il 75% dalla restricted area. E quando hai un giocatore così, sognare non è mai peccato. Dietro i Warriors e i Grizzlies, ci sono i Trailblazers a giocarsi la corona occidentale.
SACRAMENTO KINGS 5,5
Troppo dipendenti da Cousins. Eppure c’è Gay e potrebbe arrivare anche D-Will. Il problema, di preciso,è difficile da rinvenire ma si è capito che è nei singoli. Ecco spiegata la fretta di modificare qualcosa. Anche perché continuare così sarebbe uno strazio.
SAN ANTONIO SPURS 8-
Conquistano il titolo giocando una pallacanestro paradisiaca. Affidandosi ai veterani, che da sempre sono rimasti fedeli a quella bandiera. Una cosa splendida. Solo che l’età si fa sentire e gestire questo tipo di giocatori è complicato. Perciò la posizione attuale non rispecchia il valore della squadra. Farebbero bene a non risparmiarsi troppo a San Antonio: nel West non si scherza.
TORONTO RAPTORS 7,5
 Sono sempre gli stessi, eppure stavolta hanno qualcosa in più. Esperienza e crescita individuale hanno riacceso la passione del popolo canadese per i Raptors che pur senza DeRozan, il cui rientro è previsto per l’anno nuovo, consolidano partita dopo partita il proprio primato.
UTAH JAZZ 6-
Giovani, forse troppo. Nessun talento affermato o esperto. Per questo, a Salt Lake City la marcia alta non è stata ancora ingranata: non ce ne sono gli estremi. L’uomo franchigia è Hayward, ma gli va affiancato necessariamente qualcun altro. Proprio da chi sarà scelto passa buona parte del futuro prossimo degli Jazz.
WASHINGTON WIZARDS 7,5
Il percorso di crescita continua e una buona posizione al termine della stagione sarebbe importante per ambire a una post-season da protagonista assoluta, arrivando oltre la semifinale dell’anno scorso. Le basi per fare bene ci sono, dal momento che il quintetto è valido e la rotazione è bella profonda.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone