LeBron James replica ad Ibrahimovic: "Non starò mai zitto su ciò che non va. Non mi limiterò mai solo allo sport"

Lo sport e l’impegno sociale, in politica così come nella vita di tutti i giorni. Una questione sempre d’attualità, a maggior ragione in un periodo come quello che stiamo vivendo, che varie stelle del mondo dello sport valutano ed interpretano ognuno come meglio crede.

Non potevano dunque passare inosservate, soprattutto Oltreoceano, le critiche nemmeno troppo velate, rivolte da un personaggio come Zlatan Ibrahimovic, ad un LeBron James, da sempre impegnato anima e corpo a favore della propria comunità (e non solo), e ancor di più dalla ri-esplosione del movimento Black Lives Matter (sorto nel 2013), in seguito alla morte di George Floyd il 25 maggio 2020 a Minneapolis.

Queste le parole del giocatore del Milan, rilasciate alla UEFA per il canale Discovery +: “È fenomenale in tutto quello che fa, ma non mi piace quando le persone con un qualche tipo di status parlano di politica. Impegnati in quello in cui sei bravo, fai quello che fai. Io gioco a calcio perché sono il migliore nel giocare a calcio, non faccio politica. Se fossi stato un politico, avrei fatto politica. Questo è il primo errore che le persone famose fanno, quando si sentono arrivate. Stanne fuori“.

Stanotte, a margine del match vinto dai Los Angeles Lakers sui Portland Trail Blazers (93-102), LeBron James (28, 11 rimbalzi, 7 assist, 4 rubate e 3 stoppate) ha risposto alle parole dello svedese: “Non starò mai zitto su ciò che non va. Io prendo posizione sulle cause che riguardano la mia gente, sulle disuguaglianze, sulle ingiustizie sociali, sul razzismo, sulla sistematica soppressione del diritto di voto. Io facevo parte di quella comunità e so che queste cose si verificavano e continuano a verificarsi. Ne sono consapevole, perché ci sono oltre 300 bambini nella scuola che ho fondato“.

Loro hanno bisogno di una voce e io sono la loro voce, uso la mia piattaforma per continuare a gettare luce su questioni che possono verificarsi non solo nella mia comunità, ma anche nel resto del Paese e del mondo” – prosegue la stella dei Lakers – “Non esiste in alcun modo che io mi limiti solo all’ambito sportivo, perché mi rendo conto di quanto forti siano la mia posizione e la mia voce. Può chiedere a Renée Montgomery se fosse giusto che tacessi e mi limitassi a palleggiare. Adesso c’è una splendida donna di colore, che fa parte di un gruppo che ha acquistato la franchigia WNBA delle Atlanta Dream“.
LeBron conclude con una stoccata a Zlatan: “Curioso, poi, che queste parole vengano da lui, la stessa persona che nel 2018, rientrata in Svezia, si occupò esattamente della stessa cosa, sottolineando che, per il semplice fatto che il suo cognome non suonava esattamente come gli altri, percepiva un certo razzismo in campo. Non fu lui stesso a dirlo? Credo proprio di sì. Perciò io dico quello che penso e credo proprio di essere la persona sbagliata a cui rivolgere certe critiche, perché faccio il mio dovere“.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone