PAUL PIERCE - "Ecco quali sono i 5 giocatori contro cui ho fatto fatica a difendere"

Su “The Players’ Tribune”, Paul Pierce ha confessato quali sono i cinque giocatori che l’hanno messo più in difficoltà nella metà campo difensiva. Ecco un estratto tradotto dell’articolo.

“Adesso, l’NBA sta vivendo il periodo dei playmaker: il livello di gioco nel ruolo è così alto che spesso è proprio chi gioca in quella posizione a decidere le partite. Ma non è stato sempre così. Andando indietro di qualche anno, il ruolo in cui c’era abbondanza di talenti era quello di ala piccola e tante sere mi sono trovato contro questi giocatori. Ne ho affrontati tanti, e i più tosti sono stati questi cinque.

(foto da: finance.yahoo.com)
(foto da: finance.yahoo.com)

KOBE BRYANT – Ricordo ancora quando guardai l’impresa degli 81 punti, una cosa assurda. Kobe ha la mentalità di un serial killer della pallacanestro. Questo suo istinto è ciò che lo differenzia dagli altri quattro presenti in questa lista. Una volta che ti ha, ti attacca. E, anche una volta che ti ha battuto, continuerà a colpirti. Penso che sia l’unico che si avvicini, sotto questo punto di vista, a Michael Jordan, che non sono mai riuscito ad affrontare quando era a Chicago. Ho un ricordo indelebile: Kobe venne a giocare a Boston e prese sette o otto tiri su di me; il coach chiamò timeout e avevamo capito tutti che voleva qualcun altro a difendere su Kobe. Quando stavano per decidere chi mettere su di lui, ho urlato: << Dannazione, no! Difenderò io su di lui, devo farlo! >>. Kobe concluse la partita sbagliando gli ultimi 9 tiri e vincemmo. Ma in totale prese 47 tiri, contro di me. Nessuno ha mai preso così tanti tiri contro di me. Quando poi una squadra mediamente prende tra gli 81 e gli 89 tiri a partita. Quindi, quello che c’è da capire su Kobe e il suo gioco è che prendendo così tanti tiri, indipendentemente se questi entrino o meno, ti sfianca mentalmente, ti fa perdere fiducia nei tuoi mezzi difensivi. E vince cinque anelli facendo così.
TRACY MCGRADY – Semplicemente è un playmaker nel corpo di un’ala piccola. Tentare di fermarlo si trasforma sempre in come provare a infastidirlo. Con alcuni giocatori, per disturbarli al momento del tiro, basta giocargli vicino. Ma tutte le volte che Tracy si alza per tirare, sale così in alto che ormai ti rimetti nella sua volontà. Poiché non c’è modo di fermare il tiro di Tracy, devi fare il possibile per non dargli un buon angolo di tiro. Quindi ho sempre fatto del mio meglio per non fargli arrivare la palla e impostare il duello sul fisico. Ho sempre pensato che con lui la chiave era non concedere punti in transizione, perché mettono in ritmo un giocatore; e se quel giocatore ha un tiro come il suo, allora non ci siamo. Ma contenerlo in transizione era un incubo: è veloce, alto e poteva saltare più in alto di tutti. E se non fosse abbastanza aveva uno dei ball-handling migliori della Lega. Ogni partita contro di lui, sapevi che era una partita dura, perché era sempre ispirato.
VINCE CARTER – Questo periodo ha visto saltare fuori giocatori di ogni tipo, ma Vince si è sempre saputo adattare: è un atleta fenomenale. A cavallo tra i due millenni, abbiamo dato vita a grandi battaglie. Nessuno vuole essere protagonista in un highlight di Carter. E l’avversario sa benissimo che ce ne sono quattro o cinque a partita. E’ ciò che ho sempre pensato prima di giocare contro di lui. La mia missione era negargli un highlight. Ma era complicatissimo trovare la distanza per la marcatura: troppo vicino corrispondeva ad essere battuti e mandarlo a schiacciare; troppo lontano corrispondeva a farlo tirare facilmente, vista l’elevazione del tiro.

(foto da: washingtonpost.com)
(foto da: washingtonpost.com)

LEBRON JAMES – 203 cm, 104 kg, guardia. E’ una presa in giro? Chi ha mai sentito di un giocatore con queste dimensioni che è al tempo stesso il più forte e il più veloce della Lega? Come tanti giocatori, devi sperare che quando affronti LeBron, lui non sia in serata. Appena fa il primo passo, se ha trovato lo spazio affianco a te, è finita: è semplicemente troppo forte affinché col petto contro la sua spalla tu riesca a infastidirlo. Ed è anche uno dei migliori finalizza tori ambidestri che la Lega abbia mai visto. E quando non è fisicamente dominante sui suoi avversari, trascina comunque la squadra con la sua visione di gioco. Il suo stile va oltre la logica di gioco. E’ costantemente lì, a prendere falli o a procurarsi un’occasione per andare a canestro. L’unico modo per fermarlo è essere sempre di fronte a lui, per non concedergli facilmente la via del ferro. Provare a rubargli il pallone non funziona – è troppo forte. E’ un esemplare, fisicamente parlando, che la Lega non aveva mai visto prima. Tanti atri ragazzi di cui ho parlato sono alti,slanciati, tipi molto atletici; LeBron è atletico quanto loro, ma è anche più veloce e più forte. Puoi scommettere che dopo aver difeso su LeBron, sarai dolorante per i due-tre giorni successivi.

(foto da: bleacherreport.com)
(foto da: bleacherreport.com)

CARMELO ANTHONY – Se ce n’è uno più difficile da marcare, quello è Melo. E’ un concentrato unico: grande, grosso, forte, con una mano delicatissima e un’ottima capacità di attaccare l’area. Alcuni grandi giocatori hanno una o due abilità particolari che li rendono speciali. Carmelo può fare qualsiasi cosa, che mette te che stai difendendo in una situazione orribile. Tanti giocatori hanno anche delle mattonelle, dove prendono e mettono tiri con facilità; per Carmelo ogni punto è una possibile mattonella. A mio modo di vedere, nessuno come lui combina la mano educata e il fisico piazzato. Contro di lui, non si può abbassare la guardia nemmeno per un secondo. Kobe è uno dei migliori marcatori della Lega, ma non ho avuto tanti problemi con lui come ne ho avuti con Anthony dal post. LeBron gioca benissimo in post, ma a volte, se glielo concedi, il tiro dalla media non gli entra. Non è il caso di Melo: se gli dai spazio, saranno molte più le volte in cui lo mette che quelle in cui lo sbaglia.
Parliamoci chiaro, non è un bell’accoppiamento difensivo. Ma alla fine, quale di questi che ho elencato non lo è.”

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone