Pelicans, Van Gundy: "Non sono stati Zion, Ingram o altri giocatori a farmi esonerare"

Stan Van Gundy è stato esonerato dai New Orleans Pelicans lo scorso 16 giugno, al termine di un’annata deludente in quanto a risultati, con la franchigia della Louisiana a chiudere con un record di 31-41, l’11.esimo della Western Conference, fuori anche dal Playin Tournament.

Per la prima volta da allora, il classe 1959 da Indio, California, ha rilasciato dichiarazioni in merito, scagionando i giocatori da qualsiasi responsabilità: “Proprio non sopporto quando si da la colpa ai giocatori per l’esonero di un allenatore. Ciò li mette sotto una cattiva luce e non è giusto. I giocatori hanno certamente il diritto di esprimere la propria opinione, ma le decisioni vengono prese dal front office e dai proprietari; sono soltanto loro che decidono se esonerare o meno un allenatore“.

Zion un mangia-allenatori? Assolutamente no, è anzi un giocatore che ti aiuta a vincere tante partite. Una delle cose che mi mancherà di più è avere la possibilità di allenarlo” – dice Van Gundy, a proposito della scelta #1 al Draft 2019 – “È  un giocatore unico, sia nel modo di giocare che nelle cose che può fare, al punto che può far girare la testa all’allenatore, grazie alle tante possibilità che si aprono con uno come lui. Sono contento di quanto fatto con lui, credo lo abbiamo aiutato. Quel che pensano gli altri, sinceramente, è affar loro“.

Riguardo alle voci che, nelle ultime settimane, hanno riportato di una insoddisfazione pesante della famiglia Williamson per la situazione di Zion ai Pelicans, Van Gundy ha replicato: “Non ne so nulla. Con lui ho avuto un buon rapporto, zero problemi. Se davvero la sua famiglia era infelice, io non ne ho sentito parlare. Zion era scontento, è vero, ma per il fatto che vincevamo poche partite, non mi ha detto altro. Ciò, però, non vuol dire che non fosse scontento; è possibile che loro fossero infelici con me e questo potrebbe aver condotto al cambiamento“.

Infine, Van Gundy respinge la versione di ‘decisione consensuale’ circa la fine del rapporto con i Pelicans: “Diciamo che sia stata consensuale nel seguente senso, ovvero che non voglio stare in un posto dove non mi vogliono, e loro non mi volevano. A quel punto, non volevo certo lottare per provare a rimanere lì. Quando me ne sono andato da Detroit, il proprietario, Tom Gores, disse che era anche una decisione presa di comune accordo. Si, lui mi chiese di andarmene e io me ne andai. Immagino che quello significhi consensuale“.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone