STATS CORNER-Bilanci di metà stagione

L’all star game è da sempre considerato una svolta cruciale all’interno del mondo NBA, la trade-deadline è ormai alle porte ed è tempo dunque per i GM di fare i primi bilanci di stagione e capire dove potere intervenire sul mercato.

Andiamo dunque a capire in senso generale l’andamento generale di questa prima di stagione con questa immagine creata appositamente. Abbiamo semplicemente diviso le squadre in quattro insieme: migliori 10 attacchi, peggiori 10 attacchi, migliori 10 difese e peggiori 10 difese, costruendo le relative intersezioni.

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Il primo gruppo che individuiamo è quello delle migliori squadre della NBA, ovvero il trio formato da Portland, Golden State e Atlanta.  Tutte e tre le franchigie hanno aumentato notevolmente la propria caratura all’interno della lega: Portland continua ad affermarsi come terza forza dell’ovest dietro a Memphis e a quella Golden State che nel frattempo è diventata la principale candidata al titolo, mentre Atlanta, grazie soprattutto al gioco e alla collettività, sta compiendo l’ultimo decisvo passo che può evolverla da squadra di medio spessore a contender.

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Stephen Curry

 

Nell’altra parte della medaglia, troviamo quelle squadre che sia in attacco che in difesa hanno delle lacune e delle disfnuzioni talmente evidenti da poterle catalogare senza problemi come le peggiori squadre della lega. Eppure le attese non erano esattamente queste all’inizio dell’anno: mentre se per i Lakers e i T-Wolves l’intenzione di tankare era evidente sin dal primo giorno di preseason, lo stesso non si può dire per i Knicks e per i Nuggets.

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Carmelo Anthony

La squadra delle grande mela, dopo il rinnovo di Carmelo Anthony e l’arrivo di Phil Jackson nel front office era attesa quantomeno alla lotta per un posto nella post-season, e invece in corso d’opera si è deciso addirittura di svendere Iman Shumpert, Jr Smith e di tagliare Amar’e Staodemire al solo scopo di risparmiare soldi e alleggerire il cap.

Denver invece, dopo il burrascoso addio di George Karl che era riuscito a dare un’impronta significativa alle manovre offensive della squadra, è sempre alla ricerca di quella quadratura che potrebbe farla tornare a combattere per un seed ai playoff, ma che per adesso ha portato solo a risultati negativi.

Diverso è il discorso degli Orlando Magic: con la fine della stagione scorsa e l’arrivo di ulteriori giovani interessanti e free-agent di livello, si è pensato di essere alla conclusione di quel processo di ricostruzione che era stato intrapreso immediatamente dopo la partenza di Dwight Howard. Tuttavia, cambiamenti evidenti dei risultati non ci sono stati, e si è giunti alla conclusione di provare a dare una svolta sollevando Jack Vaughn dal ruolo di allenatore.

Poi c’è il caso dei Cleveland Cavaliers e dei New Orleans Pelicans, franchigie da roster profondamente diversi ma con le stesse macrocaratteristiche, ottimo attacco e pessima difesa.

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Kyrie Irving

Cleveland è a tutti gli effetti una contender, perchè quando hai Lebron James non può essere altrimenti, mentre New Orleans staziona in decima posizione nella Western Conference ma con un record positivo che li consentirebbe di essere addirittura settimi a Est. Singolare è invece il caso di Charlotte, che sta mantenendo, come nella stagione scorsa, una delle migliore difese e uno dei peggiori attacchi.
Chi ha contato le squadre all’interno del grafico ha notato che sono 29 e ne manca dunque una: sono i Detroit Pistons che collezionano il 18esimo attacco e la 16esima difesa.

Andiamo ora a fare un’analisi adesso su quelle squadre che hanno un attacco top 10 ma una difesa “media” con le squadre con una difesa top 10 ma un attacco “medio”.

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Come notiamo il record dei due gruppi è praticamente lo stesso e possiamo affermare che per garantirsi un record molto positivo ogni franchigia può pensare di concentrarsi, in base ai giocatore che a roster, su una delle due metà campo, dedicando meno attenzione all’altra ma senza oscurarla troppo. E’ anche vero che le due non sono propriamente incorrelate, perchè difendendo bene si ha l’opportunità di andare in contropiede e viceversa segnare permette di rientrare con mezzo secondo in più in difesa. Come sempre si tratta di trovare il giusto equilibrio.

 

 

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone