Thompson vs Smith, ovvero Yin vs Yang

La teoria dello Yin e dello Yang trova le proprie orgini nella filosofia cinese, e, in sostanza, fornisce una visione dell’esistenza come un insieme di opposti (giorno/notte, caldo/freddo, luce/buio) i quali sembrano totalmente differenti solo in apparenza, ma in realtà ognuno di essi nasconde dentro di sé un po’ dell’altro. In queste Finals lo yin e lo yang saranno sicuramente i due tiratori puri, Klay Thompson e JR Smith: il primo ha uno stile di gioco pulitissimo, con movimenti senza palla al limite della geometria e un rilascio della sfera al tiro di una bellezza rara; il secondo è esattamente l’opposto, movimenti non molto chiari e che non rendono la vita particolarmente difficile al difensore, tecnica di tiro costruita più nei playground di Lakewood che in palestra, ma quando alza il braccio è quasi sempre solo cotone, anche con il marcatore letteralmente attaccato al corpo.

Questi due opposti approcci potrebbero contribuire, anche in maniera decisiva, alla vittoria, o alla sconfitta. La squadra che alzerà il Larry O’Brein Trophy determinerà se la stagione NBA 2015/16 sia stata più Yin o più Yang.

I numeri di Klay Thompson ai playoff (in grigio la media generale NBA):

KlayE quelli di JR Smith:

JRDa qui possiamo chiaramente vedere come la postseason del prodotto di Washington State sia stata finora superiore a quella del #5 dei Cavs alla voce punti e percentuale ai liberi. JR, dal canto suo, ha tirato meglio da tre punti, preso più rimbalzi e distribuito più assist. Emerge da questa analisi uno Smith più around player rispetto alla sua controparte, che invece riesce ad incidere nelle partite avendo di più la palla in mano (chiedere agli Oklahoma City Thunder nella loro ultima gara casalinga di questa stagione).

Nonostante un Thompson molto più attore protagonista i numeri nella statistica più importante di questo ruolo, la percentuale al tiro, propendono ancora per il giocatore di Cleveland:

comparazione
A sinistra le percentuali di Thompson, a destra quelle di Smith

Smith non sarà capace di prendere in mano le partite come Thompson, ma come tiratore sugli scarichi e come concretizzatore delle magie di Lebron resta sicuramente un vero pericolo, che potrebbe fare la differenza.
Le Finals dello scorso anno videro un Klay Thompson con un ruolo forse meno importante di quello di oggi, ma sempre titolare e con tanti minuti di fiducia dati da coach Steve Kerr. JR Smith, invece, è letteralmente esploso in questa stagione, prendendo il posto in quintetto ai danni di Iman Shumpert, grazie anche ad una fase difensiva letteralmente rivoluzionata.
Una sorpresa contro una vecchia certezza, lo Ying contro lo Yang. Le prossime quattro (almeno) o sette (speriamo) partite ci diranno chi avrà ragione.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone