Wade & LeBron: the neverending story

È di qualche giorno fa l’ufficialità della firma di un contratto da 2.3 milioni l’anno da parte di Dwyane Wade (il minimo consentito per i veterani) che lo legherà per un anno con i Cleveland Cavaliers. Le indiscrezioni che volevano il trentaseienne tre volte campione nba vicino alla franchigia dell’Ohio sono trapelate appena un giorno dopo il suo buyout -da cui ha ricavato circa 15 milioni- con i Chicago Bulls. È evidente che la scelta di sacrificare la possibilità negoziare un contratto più remunerativo da qualche altra parte, nasce dalla volontà, come lui stesso ha dichiarato, di finire avere un’altra possibilità di vincere un titolo prima di terminare la carriera.

A Cleveland, Wade si riunirà con l’ex compagno e amico di sempre LeBron James, con cui a Miami ha vinto due titoli nba in back to back. I due sono legati da un filo rosso che li accompagna dal momento in cui sono entrati nel mondo dello sport professionistico, in quel Draft del 2003 che ha proiettato all’interno della Nba il gruppo di giocatori che sarebbe diventato la spina dorsale della lega per i seguenti dieci anni. Una stagione dopo il loro ingresso nella lega, Larry Brown -all’epoca a capo della nazionale americana di basket- incaricato di selezionare i giocatori che avrebbero dovuto prendere parte alle Olimpiadi del 2004 tenutesi ad Atene, assemblò un team composto totalmente (ad eccezione di Iverson e Duncan) da giovani giocatori promettenti, tra cui ovviamente figuravano anche Wade e LeBron. Quella squadra venne eliminata dalla nazionale Argentina in semifinale, concludendo una delle più negative spedizioni olimpiche del Team Usa, ma fu la prima esperienza che i due condivisero.

In seguito le carriere dei due proseguiranno su binari diversi. Negli anni seguenti ad Atene, la figura di James stagione dopo stagione iniziava a delinearsi come quella di uno degli atleti più riconoscibili al mondo, tuttavia le vittorie tardavano ad arrivare, con Cleveland che non riusciva a costruire un contesto tecnico alla sua altezza. Dal 2006 in poi, riesce a condurre ogni anno i Cavaliers ai Playoffs, arrivando in finale nel 2007, persa poi in quattro partite contro San Antonio. Anche se la sua sola presenza metteva la franchigia nella condizione di competere ad alti livelli, la frustrazione di LeBron per l’incapacità della dirigenza di costruire una squadra in grado di competere per il titolo cresce anno dopo anno, fino alla decisione di portare, assieme a Chris Bosh, i suoi talenti a Miami. A South Beach ritrova proprio Dwayne Wade, che nel corso degli anni tra le fila degli Heat è entrato nell’èlite dei giocatori più forti della lega, vincendo anche un titolo NBA nel 2006 da mvp delle finali. La squadra che Draymond Green in seguito designerà come iniziatrice del trend dei super team, arriverà in finale in tutte e quattro le stagioni in cui LeBron e Wade vestiranno la stessa maglia, perdendo in due occasioni e trionfando per due volte consecutive.

In seguito alla sconfitta subita contro San Antonio nel corso delle NBA Finals del 2015, James, nel più grande come back della storia dello sport contemporaneo, prende la decisione di tornare in Ohio dove all’inizio di questa stagione, dopo tre anni dalla sua dipartita da Miami, riabbraccerà Wade. A 36 anni e con 14 stagioni sulle gambe (e ginocchia), Flash \può ancora essere un tassello importante per la costruzione di una franchigia vincente: lo stesso James, pochi giorni prima dell’ufficialità della firma, ha dichiarato che sarebbe entusiasta dell’arrivo di una “grande mente di pallacanestro”come quella di Dwyane.

Visti i rinforzi che quest’estate la maggior parte delle squadre più competitive ha subito, i Cavaliers dovranno sperare che questa reunion rievochi l’intesa che i due hanno dimostrato negli anni in Florida, nella speranza che basti a non far crollare quanto costruito fino ad oggi in Ohio.

 

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone