Cavaliers, i postumi del Christmas Day e la crisi di fine anno

La sconfitta nel match natalizio con i Golden State Warriors ha notevolmente abbassato il morale di LeBron e soci, superati nei due impegni successivi da Kings e Jazz


Non è stato un finale di 2017 positivo per i Cleveland Cavaliers che hanno chiuso con tre sconfitte consecutive un’annata contraddistinta da un susseguirsi costante di alti e bassi.

Il ko nel sentitissimo match natalizio della Oracle Arena con i Golden State Warriors, avvenuto al termine di una sfida comunque ben interpretata, ha pesato tanto sul morale di James e compagni che, di fatto, da quella sconfitta hanno subito il più classico dei contraccolpi psicologici.

Le trasferte sui parquet non propriamente inespugnabili di Sacramento e Salt Lake City apparivano, almeno sulla carta, come due ghiottissime occasioni per redimersi prontamente dopo la disfatta di Oakland.

Eppure, così non è stato.

I Cavs, tanto a Sacramento quanto la scorsa notte a casa di Donovan Mitchell, sono parsi una squadra disorientata, priva di mordente e quanto mai incapace di esprimere la propria pallacanestro con una certa continuità.

Si sono visti tanti errori nonché passaggi a vuoto ripetuti che non possono ovviamente essere un segnale incoraggiante al giro di boa della regular season, ancor meno se si considera – sempre dal punto di vista prettamente emozionale – quanto sarebbe stato importante rialzarsi dopo una sconfitta cocente quale quella natalizia è stata.

Proprio nel postpartita di Salt Lake City, LeBron James ha parlato ai microfoni dei reporters americani ribadendo quanto la squadra dell’Ohio stia esprimendo troppi alti e bassi che altro non fanno se non confermare un trend che necessita di essere corretto in corso d’opera e prima che non sia troppo tardi.

L’ormai prossimo ritorno al basket giocato di Isaiah Thomas non può affatto considerarsi come la panacea di tutti i mali perché, se è vero come è vero che il playmaker ex Boston qualora in condizione fisica ottimale potrà essere una grande risorsa dal punto di vista offensivo, il nuovo folletto alla corte di Sua Maestà non incrementerà  la qualità del gioco difensivo di una compagine che, in fase di non possesso, stenta ancora fin troppo.

Sul fronte mercato, poi, ci sono almeno due questioni aperte che necessiteranno una presa di posizione chiara e netta da parte del front-office wine and gold: Cleveland deve decidere cosa fare con Tristan Thompson ed Iman Shumpert e deve farlo al più presto.

Per quanto concerne il lungo canadese, si tratta di una involuzione davvero sorprendente da parte di un atleta che era stato il vero valore aggiunto nella postseason dei Cavaliers e che, al momento, sta stentando tantissimo tanto in fase offensiva quanto in quella difensiva.

Il gm Koby Altman ha sondato diverse piste al fine di imbastire una trade che possa conoscere esito positivo e tra i tanti nomi circolati come sostituto di Thompson si è fatto anche quello di DeAndre Jordan.

Al momento, tuttavia, i rumors non sono così insistenti ma quello che è certo è che Cleveland deve cercare di risolvere quanto prima questa situazione che non è certamente l’unica.

L’altra problematica in casa Cavaliers, infatti, si chiama Iman Shumpert. La guardia ex Knicks è attualmente ancora fermo ai box per i soliti grattacapi relativi ad una condizione fisica che tanto sta gravando sul presente e sul futuro di un atleta che avrebbe potuto fare ben altro per potenzialità inespresse.

Lo staff sanitario della franchigia cara a Dan Gilbert ha dimostrato sempre e comunque tanta pazienza e un atteggiamento costantemente precauzionale nei confronti di un giocatore injury prone.

D’altra parte, il contratto garantito di cui il giocatore beneficia pur non stando particolarmente spesso in campo per usare un eufemismo e la qualità di gioco espressa quando ciò accade non sono un viatico atto a perorare la causa di una permanenza alla corte dei vice-campioni del mondo.

Anche in questo caso, Altman sta valutando – in accordo con la proprietà – diverse soluzioni e non è escluso che il giocatore possa lasciare già nei prossimi tempi Cleveland.

Ultimo ma non meno importante requisito per uscire da questa sorta di maledizione di fine anno ed iniziare con il piede giusto il prossimo sarà – per i Cavs – riuscire a garantirsi una certa intercambiabilità proprio nel ruolo di point-guard.

Sul fronte Derrick Rose le notizie latitano, il contributo di Jose Calderon alla causa è modesto e la sensazione è che i Cavaliers dovranno fare qualcosa per garantirsi maggiore freschezza e qualità quando le partite conteranno ben più di quanto avviene nella fase di regular season.

Tante condizioni da rispettare, altrettante incognite ma anche aspettative molto alte: il nuovo anno dei Cleveland Cavaliers è decisamente sul punto di iniziare.

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone