Flop totale dei Nets, Irving e Nash: "Ciò che è successo fuori dal campo ha influito negativamente"

Finisce ben prima del previsto la corsa ai playoff dei Brooklyn Nets. La franchigia della Grande Mela, considerata una delle contender per il titolo, dopo aver superato agevolmente la fase play-in è crollata al primo round contro i lanciatissimi Boston Celtics, incassando un netto 4-0.

La stagione è stata particolarmente tormentata per i bianconeri: prima l’impossibilità di schierare regolarmente una star come Kyrie Irving per via della sua contrarietà al vaccino anti covid-19, poi il lungo infortunio di Kevin Durant (che si è aggiunto anche a quello di Joe Harris), quindi lo scambio all’ultimo giorno di mercato con la partenza di Harden in cambio di Ben Simmons che però non ha mai messo piede in campo. Una serie di eventi che hanno costretto KD e compagni ad un abbinamento complicato ai playoff contro la seconda classificata della Eastern Conference terminato nel peggiore dei modi, con uno sweep incassato davanti al proprio pubblico.

“Questa stagione è stata davvero pesante dal punto di vista emotivo” – esordisce nel post partita dopo il 112-116 in favore di Boston l’ex di turno, Irving – “E tutti lo abbiamo avvertito. Ad un certo punto ho iniziato anche a dubitare di me stesso, pensavo di star abbandonando la squadra perchè non potevo giocare. E penso che la mia situazione sia diventata una distrazione per i miei compagni. Poi ci sono stati anche cambiamenti drastici: abbiamo perso un giocatore importante come Harden, abbiamo aggiunto un giocatore altrettanto importante come Simmons che però non è mai riuscito a scendere in campo, e non abbiamo voluto mettergli pressione perchè affrettasse i tempi”.

Sul suo futuro, Irving non ha dubbi: “Il mio posto è qui, voglio restare qui con KD e continuare ad essere parte di una grande squadra come la nostra. Ho dimostrato il mio valore durante la mia carriera, ora il mio desiderio è quello di restare a giocare in una squadra che possa competere per il titolo”.

Di avviso simile rispetto al suo giocatore è il coach di Brooklyn, Steve Nash: “Per tutta la stagione ci è mancata la continuità. Durant ha dovuto trascinarci per mesi, e tutto quello che è successo fuori dal campo alla fine ha avuto un impatto negativo sulla squadra. Ci sono stati troppi problemi che ci hanno impedito di esprimerci al meglio”.

Durant, infine, guarda già al futuro: “Non ho nessun rimpianto. Tutti hanno visto i problemi con cui ci siamo trovati ad avere a che fare, e allo stesso tempo non siamo l’unica squadra ad aver deluso le aspettative questa stagione. Inutile piangere sul latte versato. Ora bisogna trovare soluzioni ai nostri problemi e migliorare insieme come squadra e organizzazione”.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone