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ICYMI - Reunion catalana

Alejandro García Reneses, meglio noto come Aíto in terra ispanica, potrebbe non smettere di piangere, per non annoverare conseguenze ben più gravi. Ha annunciato il suo ritiro e, un po’ come Kobe, sa di lasciare un vuoto dentro enorme in tutti quelli che lo reputano più di un semplice allenatore o ex giocatore. Potrebbe piangere perchè nella sua prima stagione da pensionato, potrebbe veder tornare alla base il suo prodotto più pregiato, il suo pupillo, il suo figlio cestistico preferito: Pau Gasol Sáez. Così come un padre vede il suo frutto realizzato, maturo dopo anni di dure prove, così Aìto potrebbe rivedere, riabbracciare e commuoversi in compagni di quel giovanotto, non ancora ben quartato, che allenava a metà degli anni 80 nelle giovanili blaugrana. Lo possiamo definire solo un sogno al momento, anche se media spagnoli e parte dei media americani puntano su un ritorno che definirlo solo romantico non completerebbe la lunga lista di reazioni catalane. Pau, dopo 16 lunghissime e gloriose stagioni NBA, potrebbe ritrovare famiglia, il suo Paese (di cui è Re non ufficiale) e la sua gente ma al momento non è a conoscenza di nessuna offerta: “Dov’è? Forse è giunta solo a voi, perchè a me non è arrivato nulla. Sono sorpreso quanto voi riguardo questa notizia, niente di più“. Il #16 de Bulls è stato messo sul mercato – a sorpresa – a poche ore dalla chiusura della deadline ma ciò non ha turbato il centro ex Lakers: “Ora devo continuare a combattere per concludere la stagione nel modo migliore con Chicago. Apprezzo sempre l’interesse e il desiderio di altre squadre, ma non so se è vera questa notizia oppure no“. Quando poi gli è stato se avesse preso in considerazione un eventuale trasferimento, Gasol ha detto: “Considero tutte le offerte prima di decidere, tutte le opportunità di vita, specie se il motore non ha più la capacità di compiere tutti i suoi giri“. E poi c’è quel “Claro, siempre lo he dichosul ritorno al basket spagnolo che lascia immenso spazio di immaginazione ma al momento solo ai media. La porta, dunque, è socchiusa alle porte rosso-blu del suo Barça. Le 500 doppie-doppie in NBA faranno alzare le antenne ancora a parecchie squadre oltreoceano ma, come si suol dire, al cuor non si comanda e quello di Pau ha sempre detto Barcellona.

ioioA dire il vero, oltre al battito inconfondibilmente blaugrana, ci sono anche altri colori che entusiasmano Pau: sono quelli purple and yellow dei Los Angeles Lakers. I motivi sono tanti e alcuni anche ovvi: i due anelli, la gloria, la fama, il successo e… the relationship with Kobe Bean Bryant vi direbbe Gasol, con un accento anglofono a metà tra lo spagnolo e l’inglese. Accento che, invece, resta perfetto per la lingua biforcuta del Mamba, senza ombra di dubbio il giocatore più cosmopolita – dal punto di vista linguistico – che l’NBA possa offrire. Parla perfettamente la sua lingua madre, il nostro italiano (senza sbagliare un verbo che sia uno!) e lo spagnolo, essendo californiano e vivendo a El Segundo. Le sue imprese, per lo sconforto di ognuno di noi, haters inclusi, hanno i giorni contati stando a quanto dichiarato quel maledetto 30 novembre 2015. C’è chi, però, non riesce – o non vuole – vederlo lontano da un campo da basket, dove sostanzialmente è nato. Sono arrivate le parole del coach dei Wizards, Randy Wittman, il quale ha dichiarato “I don’t know why he’s retiring. I might ask him to come play for the Wizards next year“. No, forse per la National Basketball Association abbiamo dato già. Altri lidi? E’ arrivata, stando a quanto riportato da diversi siti a stelle e strisce, un’offerta da Arístides Maillol s/n, 08028 Barcelona, sede del quartier generale del Barça in versione baloncesto, la stessa che rivorrebbe il più magnifico cestista che la Spagna abbia mai avuto. Kobe e Pau, Pau e Kobe. La sensazione di deja vu è naturale, perchè appena 6 anni fa i due vestivano la stessa casacca e dominavano la Lega più complessa del mondo con un dominio mentale più che tattico senza precedenti. Per 7 lunghissime – e non sempre facili – stagioni i due hanno condiviso lo spogliatoio a El Segundo, allo Staples Center e ovunque i giallo viola imponevano la loro legge. Il no sempre cortese di Kobe al Barcellona allontanerebbe una Reunion alla Buffa-Tranquillo ma anche qui ci aggrappiamo ad un sogno. La voglia c’è, perchè stando a quanto detto da Pau e conoscendo l’amore che Kobe ha per la pallacanestro europea non c’è minimo dubbio che l’idea stuzzichi entrambi. Quell’assist di Kobe per l’and-one decisivo di Pau nelle Finals contro i Celtics è un ricordo che non può svanire così e, qualora si riproponesse la coppia, sarebbe il primo ricordo, seguito immediatamente dalla presentazione per bocca dello stesso Gasol in occasione dell’ultima del Mamba allo United Center. L’offerta di giocare solo in Eurolega c’è, il no anche ma la senzazione è che la porta, così come per Pau, non sia chiusa.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone