Duri a morire: gli Indiana Pacers e l'ennesima annata sorprendente.
Alzi la mano chi, dopo il terremoto sportivo che li ha devastati, avrebbe puntato un euro sulla qualificazione (probabilmente nemmeno da ultimi) ai playoff degli Indiana Pacers. Se, come me, ne eravate sicuri ma avete avuto un po’ più di fiducia nelle vostre intuizioni, ecco che adesso siete pronti per incassare un decente gruzzoletto.
Quel genio incompreso di Frank Vogel ce l’ha fatta anche quest’anno, l’uomo che crea i cestisti, quello che se gli dai uno stuzzicadenti al posto di un saldatore ti costruisce comunque un razzo funzionante. Se tutto continua come deve, questo sarà il quarto anno consecutivo in postseason per i suoi ragazzi e anche se il loro cammino potrebbe interrompersi abbastanza presto (le probabili avversarie sono Atlanta e Cleveland) ricostruire una squadra in mille pezzi era una missione impossibile.. Per gli altri! Stiamo parlando di un coach capace, in collaborazione con quella vecchia volpe di Larry Bird, di trasformare delle scelte davvero basse del draft (George è la più alta e rientra a stento nella top 10 del suo anno) in dei veri e propri campioni, capaci di far tremare una lega e dominare la Eastern Conference.
George (10º), Hibbert (17º), Hill (20º) e Stephenson (40º) sono stati i giocatori simbolo dei Pacers che hanno illuso il mondo che i miracoli possono davvero accadere. Se all’equazione si toglie il Born Ready per inserire Rodney Stuckey (papabile sesto uomo dell’anno), e si reinserisce Paul George ecco che magari la nostra fede nei miracoli sportivi torna a splendere. Tutto dipende da quale PG potremo ammirare: il 24 era dominante, con la voglia di spaccare questo sport, conquistatore degli attuali dominatori dell’Est, il 13 è davvero un’incognita.
L’antipasto che a quanto pare assaporeremo in questo finale di stagione potrebbe donarci delle prime impressioni sulle condizioni del fenomeno di Palmdale, incrociando le dita e sperando che questo problema non gli pregiudichi la carriera, come successo ormai al povero Rose, sempre sul filo del rasoio per quanto concerne la salute fisica. Negli occhi dei suoi fan si riflette ancora l’immagine della gamba che impatta con il sostegno del canestro spaccandosi letteralmente in due parti e lasciando col fiato spezzato chiunque fosse presente ai fatti, un infortunio che pregiudica tante carriere se non sei un miracolato.
PG però miracolato lo è davvero è così anche questi Pacers, che dopo aver iniziato la stagione nel peggiore dei modi sentono il sangue ribollire man mano che si avvicina sempre di più il rientro del suo condottiero. Un rientro che ha le sfaccettature di un’impresa titanica, visto che nella più rosea delle ipotesi si pensava di apprezzarlo a settembre, direttamente per la pre-season. La lotta con Charlotte e Miami (con Brooklyn e Boston pronte ad insidiarsi da un momento all’altro) sarà pirotecnica, anche se i ragazzi di Vogel sembrano davvero avere una marcia in più, continuando sulla cresta dell’onda questo 2015 pieno di soddisfazioni. Il prossimo anno tutto questo, però, non basterà più. Raggiungere quel titolo solo sfiorato nella storia dei Pacers deve essere la fonte di energia primaria per alzarsi ogni mattina, migliorare sempre di più ed abbattere tutti. Se alla fine poi Indiana sarà sul tetto dell’NBA, anche i piccoli passi mossi quest’anno avranno avuto un ruolo fondamentale.