Il paese in cui non perde nessuno
L’istantanea di partenza è questa: LeBron infila il cappellino per celebrare il suo settimo titolo di conference, Doris Burke inizia con le domande sulla partita e sulla serie appena chiusa. I due sono costretti ad avvicinarsi, perchè l’Air Canada Centre, a gara, serie e campionato ormai finiti hanno ancora la forza di intonare un “Let’s go Raptors” che riecheggia forte anche nei microfoni di ESPN. Non cadiamo nei luoghi comuni (seppur veri) che vogliono la cultura americana, sportiva e non, in vantaggio su quella del resto del mondo e in particolare sulla nostra ma bisogna dare atto di una lezione di vita e di sport che stupisce anche la stella delle stelle. LeBron Raymone James, prima di rispondere alla domanda della giornalista, si permette di dire una cosa che in pochi hanno il coraggio di dire: “First of all…Do you hear this? Do you hear this? Unbelievable respect and much respect to these fans, to this country. This is unbelievable. I never been a part of something like this in my 13–year career. This is special, and they really appreciate what their team did” [“Prima di tutto…Lo senti questo? Lo senti questo? Un incredibile rispetto e molto rispetto nei confronti di questi tifosi, di questo paese. Tutto ciò è incredibile. Non ho mai fatto parte di qualcosa di simile in questi miei 13 anni di carriera. Questo è qualcosa di speciale e hanno veramente apprezzato ciò che la loro squadra ha fatto“].
L’intervista riprende con le domande puntuali della Burke ma la regia di ESPN, giustamente si sofferma sul punto dal quale James ha iniziato la sua intervista. Scorrono in giocatori, imboccano il tunnel ed ognuno di loro viene inquadrato dalla telecamera che proietta la loro immagine sul maxi schermo dentro e fuori l’arena. Il boato che accompagna ogni Raptor è unbelievable per dirla alla LeBron. Scorrono i titoli di coda su una stagione da record per la franchigia canadese, che per la prima volta assaggiano il palcoscenico delle ECF e si piazzano tra le prime 4 squadri della stagione. Il boato sulle immagini, un Jurrasic Park (ovvero sia il piazzale dove si radunano i tifosi Raptors che non sono riusciti a trovare il biglietto per tifare insieme, NdR) che stenta a sfollare ed una scritta, quella che più incoraggia quei tifosi e una nazione intera: “The North side will rise again“. E’ un auspicio, è una promessa, è una speranza per noi e per tutti i tifosi della pallacanestro perchè un ambiente così pulito, corretto, instancabile fa bene a questo sport. Perdere non fa mai bene ma siamo realmente nel “paese in cui non perde nessuno, né nello sport né alle elezioni” tanto per citare un’altra stella NBA come Manu Ginobili che pronunciò simili parole dando ampio merito agli avversari e meno colpe a tutto il resto. Il talento ti aiuta a vincere le partite, il gioco di squadra ti aiuta a vincere campionati, anelli, ad entrare nella storia ma la cultura ti aiuta a superare tutto questo e ti permette di dire: “SI, AMO LO SPORT PIU’ BELLO DEL MONDO“. Grazie Raptors, grazie LeBron per averlo sottolineato, grazie a dei tifosi speciali, grazie alle emozioni che solo la pallacanestro sa regalarci.