Utah Jazz@Golden State Warriors 74-104: sulla Baia arriva in scioltezza la W numero 25

Un parziale da 36-18 taglierebbe le gambe a tutti, soprattutto a chi ha davanti i Golden State Warriors. La squadra di Steve Kerr vince in scioltezza nella notte, con un +30 finale (104-74) maturato soprattutto nella seconda frazione di gara, quando gli uomini della Baia mettono il largo tra sé e gli avversari.

Utah ci aveva creduto a giocarsela faccia a faccia; nella prima frazione Gobert (il migliore dei suoi alla fine con 11 punti e 16 rimbalzi) e compagni non si erano fatti sorprendere, chiudendo poi sul 15-19, a soli quattro punti di distanza dai padroni di casa. Ma al rientro dallo spogliatoio, è Golden State a mettere la freccia: la sostanza della second unit fa la differenza, poi la classe delle stelle ci mette il resto: Curry chiude con 25 punti in mezz’ora, 22 punti in 24′, invece, per Kevin Durant.
Il rientro dall’intervallo lungo è solo una formalità, perché agli ospiti vengono meno tutte le sicurezze; non convince Hayward, nei suoi 26 minuti sul parquet, non lo fa nemmeno Diaw. In casa Jazz, però, da salvare l’uscita dalla panchina di Joe Johnson; l’ex Miami e Brooklyn ne mette 14 in 22 minuti chiudendo con  2/3 dall’arco lungo.

Per Golden State, il 105-74 di stanotte vale la vittoria numero 24 a fronte di sole 4 sconfitte. Il primo posto in graduatoria è ancora lontano dalle mani degli Spurs.

 

UTAH – Gobert 11 (16 reb), Hayward 6, Exum 6, Diaw 2, Ingles 11, Hood, Lyles 11, Johnson 14, Mack 6, Withey, Neto 6, Bolomboy.

GOLDEN STATE – Green 15 (11 reb), Thompson 17, Curry 25, Durant 22, Pachulia 2, Iguodala 3, Livingston 2, McGee 8, West 4, Clark 6, Looney, Varejao.

 

 

 

 

 

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone