Cleveland Cavaliers @ San Antonio Spurs 74-103: i Cavs perdono partita e primato ad Est!

All’AT&T Center va di scena uno dei match più importanti dell’anno in uno dei momenti più delicati dell’anno. I padroni di casa, i San Antonio Spurs, alla ricerca del primo posto nella Western Conference (distante appena due partite); gli ospiti, invece, alla ricerca di sé stessi in uno dei momenti più bui della stagione. Due situazioni diverse, due roster diversi ma le stesse ambizioni. Per i Cavaliers pesano le assenza di Korver e Shumpert, due che danno profondità al roster di coach Lue, oltre a quella di Sanders. Per i texani, invece, nessuna assenza degna di nota.

L’inizio di gara è firmato Cleveland, con una precisa circolazione di palla che mette in difficoltà anche le perfette rotazioni difensive degli Spurs. La tripla di Love dopo il solito assist magnifico di James vale il 7-4 ma dopo un avvio leggermente appannato (1/4), i padroni di casa si ritrovano, affidandosi alle (enormi) mani di Kawhi Leonard. Le rotazioni di coach Popovich iniziano molto presto, con Dedmon che va a sedersi prima del solito, dando spazio ad un Gasol in gran spolvero: sarà sua la tripla del controsorpasso. Si iscrive anche Irving alla partita ma il problema dei campioni in carica resta nella metà propria metà campo: tanto, troppo spazio per i tiratori di San Antonio che ringraziano e puniscono. Leonard torna ad essere l’incubo di LeBron in difesa, mentre Popovich continua a pescare jolly dalla panchina: dopo il catalano, arriva il momento del famelico quarantenne argentino da Bahia Blanca. Cleveland si trascina in attacco, facendo registrare percentuali dal campo non adatte alla gara (6/18 dopo 10′). Gli Spurs hanno vita facile, specie con l’ingresso in campo della second unit formata da Deron Williams, Channing Frye e Richard Jefferson. Lee e Mills, invece, sono altre due sorprese in positivo per la serata Spurs: l’assist dell’aborigeno per la tripla di Gasol dall’angolo vale il +10 (18-28) dopo i primi 12′ di gioco.

Gasol si gode il momento ma non appena si ritorna sul parquet deve fare i conti con un LeBron che gli mangia letteralmente in testa: il coast-to-coast di King James si chiude con un poster per lo spagnolo e un boato per un gremito AT&T Center! James viene ripagato con la stessa moneta da Leonard, che consente agli Spurs di mantenersi sulla doppia-cifra di vantaggio. LeBron è l’unico che dà tutto quello che ha in campo, portando a casa un’altra incredibile schiacciata, stavolta con tanto di fallo. San Antonio resta saldamente in controllo della gara e a metà secondo quarto arriva probabilmente la zampata che stordisce i Cavs: Lee segna il canestro del +14, Lue chiama timeout ma al ritorno sul parquet Leonard brucia James e schiaccia il +18! Sarà Kawhi l’MVP di questo quarto, quarto in cui i suoi Spurs segneranno 36 punti, concedendone appena 22. Il vantaggio flirta con il +20 e sulla sirena di fine primo tempo, ancora Leonard segna per chiudere sul +24! Cavaliers 40, Spurs 64.

La gara sembra ormai chiusa, con Lue che sceglie ancora il quintetto base per cercare di riaprirla ma il body language dei Cavs dice altro. Nei primi 6 minuti di gioco arriveranno appena 3 punti, in una serata che si chiuderà con il 37% dal campo e un 15% da 3 (4/26) che deve far riflettere coach Lue. Se può andare peggio, andrà peggio: devono essersi detti questo i giocatori dei Cavaliers in panchina nel momento in cui, dopo un colpo rimediato da Lee, James si accascia a centrocampo e si tocca la parte posteriore del cranio. La lieve gomitata dell’ex Warriors sulla parte superiore della schiena fa male più del dovuto a James che sarà costretto ad abbandonare una nave che è quasi già affondata. Chiuderà con 17 punti, 8 rimbalzi, 8 assist in 29 minuti di gioco. Senza James, l’ultimo quarto è qualcosa che va oltre il garbage time, con gli Spurs che scavallano più volte un vantaggio di 30 punti, dando una severa lezione ai campioni in carica. Finisce 74-103! Cleveland perde la partita e il primo posto in una Eastern Conference che potrebbe cambiare scettro in questa RS. I Cavaliers, dunque, tornano al secondo posto, superati dai Celtics, dopo ben 506 giorni (8 novembre 2015). Per i nero-argento, invece, arriva l’ennesima conferma e l’ennesimo messaggio ai Warriors: “Per il primo posto, noi ci siamo”.

CLEVELAND CAVALIERS (47-25): James 17, Smith 5, Love 9, Thompson 11, Irving 8, Frye 8, Jefferson 5, Deron Williams 3, Jones 2, Derrick Williams 2, Liggins, Felder 4.

SAN ANTONIO SPURS (56-16): Leonard 25, Aldridge 14, Dedmon 8 + 13 RT, Parker 2, Green 5, Gasol 14, Anderson 4, Mills 9, Ginobili 12, Lee 2, Bertans 3, Simmons 3, Forbes 2.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone