Finals, Cleveland Cavs: cambiano i numeri perché cambia atteggiamento

Se la serie contro i Raptors ci ha insegnato qualcosa, è stato che i Cavs sono una squadra in trasferta ed un’altra tra le mura amiche della Quicken Loans Arena.
Gara 3 di finale contro i Warriors ha infatti dimostrato che Cleveland in casa è in grado di restare aggressiva per tutti i 48 minuti e sostanzialmente con tutti gli uomini impiegati, riuscendo a sopperire anche alle ingenuità difensive che restano insite nel DNA di questa squadra.
L’aggressività da parte di tutti i giocatori nella rotazione di coach Lue fa in modo che ci sia maggiore spazio per LeBron, e ciò permette al numero 23 di frustrare la difesa giallo-blu e il suo marcatore principe Andre Iguodala, specialmente quando è libero di partire dal centro e di scegliere così il lato dove attaccare. Dimostrano i suoi 32 punti in 40 minuti con 13/24 al tiro da dentro l’arco dei 3 punti.
Risposte per i Cavs sono arrivate sul piano dell’atteggiamento e dell’aggressività da Kyrie Irving, enormemente più efficace e sicuro di sé alla Quicken Loans Arena dove ha chiuso la partita con 30 punti, 12/25 al tiro di cui 3/7 da 3 punti, tutto un altro Uncle Drew rispetto alle sbiadite e incerte prestazioni di Gara 1 e 2 dove aveva tirato complessivamente con un 12/36 e appena una tripla a bersaglio su 7 tentativi.
Un discorso analogo può essere fatto per JR Smith: appena 3 punti con 3 tiri in gara 1,5ky jr punti con 6 tiri in gara 2; è arrivata la momentanea rivincita per JR, tanto criticato per la sua poca efficacia al tiro anche nelle Finals dello scorso anno, che ha chiuso gara 3 con 20 punti figli di un 7/13 al tiro con ben 5 triple a bersaglio.
Per i Cavaliers va infine sottolineato lo straordinario approccio di Jefferson che ha visto impennarsi il suo impiego, partendo anche in quintetto ieri notte, a causa dei problemi di Kevin Love, e che già in gara 2 aveva dato risposte positive con 12 punti in 26 minuti, riconfermatosi ad alti livelli con una gara 3 da 9 punti, 8 rimbalzi, 2 assist conditi da esperienza e leadership anche nella squadra di LeBron James.
Finora ciò che non si è visto nella serie è stata una panchina solida: un vecchio assioma NBA dice che le panchine speciali sono quelle che giocano bene in trasferta. Ebbene in questi primi 3 episodi della serie non c’è stata una panchina capace di cambiare la partita a favore della squadra in trasferta, come dimostrano i roboanti margini di vittoria della squadra di casa. Forse dopo che entrambe le squadre sono cadute pesantemente al tappeto, e umiliate nel punteggio, si potrà assistere ad una gara 4 più tirata, che ci mostrerà chi, nei momenti più delicati, sarà realmente in grado di incidere davvero.
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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone