CP3 strega la WindyCity, LeBron tradito dai liberi! Bene Indiana e New Orlenas

Man of the match: 28 pnt, 12 assist, CP3! (bleacherreport.com)
Man of the match: 28 pnt, 12 assist, CP3! (bleacherreport.com)

LOS ANGELES CLIPPERS @ CHICAGO BULLS 96-86: doveva e poteva essere una partita sulla carta bellissima, con tante sfide nella sfida. Da CP3 a D-Rose, fino allo scontro Gasol-Griffin, passando per Crawford-Butler. Nulla, o quasi nulla, di tutto questo: Rose è fermo ai box e vi resterà per 4/6 settimane, Griffin ha un decorso dopo l’operazione al gomito non ancora stabilito con precisione e la fortuna, che non è affatto amica ai Bulls in questo periodo, ha fatto perdere a Chicago anche Butler all’inizio del terzo quarto dopo uno scontro sul solito granitico blocco di DeAndre Jordan. Il problema è al gomito, che gli resta tra il corpo di Paul e l’anca di Jordan. Si fermerà e non rientrerà più sul campo da gioco. Chi , invece, è in campo e tende a farlo notare è proprio “Andre The Giant”, al secolo DeAndre Jordan, che nel solo primo tempo cattura 17 rimbalzi, dominando nel pitturato. Un altro grande protagonista, vista anche l’assenza di Butler, diventa Mirotic, autore di una sontuosa partita e di una prestazione in grado di tenere a galla i Bulls, mai lontani in termini di punteggio dagli avversari. Chiuderà la partita con 29 punti in 20′ di gioco, sfiorando il 50% dal campo. Numeri pazzeschi per essere un rookie europeo. Si arriva alla stretch run, agli ultimi 5 minuti di gara, in sostanziale equilibrio. A spezzare questa situazione arriva CP3 che negli ultimi minuti fa letteralmente impazzire chiunque coach Thibideau gli smisti contro: cambi difensivi, 1vs1 con un pari ruolo, contro altri esterni, contro Tony Snell, difensore più che competente ma niente. Ha deciso di vincerla e, quasi come dei bambini, si arrende solo quando ottiene quello che vuole. Sarà il miglior marcatore dei suoi con 28 punti e i soliti immancabili 12 assist. Altro numero che fa impallidire è, ancora una volta, quello relativo ai rimbalzi catturati dal centro dei Clippers: 26! In una serata da dimenticare per Pau Gasol, 4 punti con 2/13 dal campo, DeAndre sale in cattedra. Sconfitta casalinga numero 10 per Chicago che riesce comunque a mantenere il terzo posto ad Est, vista la sconfitta dei Cavaliers a Houston.

LOS ANGELES CLIPPERS (39-21): Barnes 6, Hawes 14 Jordan 9 + 26 RT, Redick 12, Pauls 28 + 12 ASS, Crawford 16, Davis 4, Rivers 2, Hamilton, Turkoglu 5.

CHICAGO BULLS (37-23): Dunleavy 3, Gasol 4 + 15 RT, Noah 13 + 11 RT, Butler 10, Brooks 14, Mirotic 29, Snell 13, Moore.

 

LeBron James e i problemi con i liberi: 3/11 dalla lunetta stanotte (inagist.com)
LeBron James e i problemi con i liberi: 3/11 dalla lunetta stanotte (inagist.com)

CLEVELAND CAVALIERS @ HOUSTON ROCKETS 103-105 OT: la partita passa anche per gli schermi di Sky Sport e anche se al commento non c’è la voce di Flavio Tranquillo, è lo stesso The Voice a darci il titolo perfetto per inquadrare questa incredibile partita: WELCOME TO THE REAL NBA SEASON. E’ il riassunto perfetto di una partita che quasi non centra con la regular season. Viene giocata a ritmi frenetici, intensi, poco “bella” pallacanestro e tanti contatti a limite. Insomma, una Playoff Basketball se permettete. E’ soprattutto la notte in cui 2 contender per il titolo di MVP si sfidano, l’uno contro l’altro, probabilmente per decretare chi è il vero rivale per Stephen Curry. Il discorso pre-game di LeBron fa capire che il banco di prova è più che serio e che stanotte i Cavs devono dimostrare effettivamente quanto valgono, anche senza Kyrie Irving. Se la scorsa notte, quella contro i Warriors per intenderci, LeBron mostrava una “Faccia” da Playoff, stanotte anche il corpo paradossalmente aveva quella espressione. Lo dimostra subito, quando va in cielo a stoppare proprio il Barba, con la sua famosa chase-down. James cerca di far partire tutto dalla difesa e cerca di trasmettere la stessa voglia ai compagni di squadra: furto e schiacciata sul rientrante Harden per il +4 Cleveland. Il primo quarto si chiude, però, con un possesso di vantaggio per i padroni di casa, lo stesso vantaggio che dividerà le squadre fino all’intervallo. L’intensità difensiva dei Rockets aumenta, così come aumentano gli errori per LeBron & Co. infastiditi anche dal rientrante Jones, pedina fondamentale dello scacchiere di coach McHale. Dopo la pausa lunga, si ritorna in campo e Houston vola sul +8 grazie alla tripla del Jet, Jason Terry. Continua a salire la fisicità della partita fino al contatto tra Beverley (che non ha paura di nessuno) e James. I due si allacciano dopo un contatto, si crea la solita zuffa ma tutto rientra nella norma dopo poco. Mettiamola così, Patrick non è amico delle superstar (chiedete a Westbrook nel caso non foste d’accordo). E’ chiamato in causa James Harden, perchè la sua zampata è vitale per l’attacco Houston. L’accoppiamento con un buon difensore come Shumpert lo stuzzica ancora di più e la tripla che gli stampa in faccia vale il +10 a 4′ dalla fine del terzo periodo. Se da un lato l’attacco dei Cavs continua ad essere James contro il mondo, la difesa assume sfumature più corali. Harden in una situazione un po’ confusa blocca il palleggio, viene raddoppiato da James e Jones, il fischio per la palla a due arriva tardi, il Barba cade e rifila un calcio nei gioielli di famiglia a LeBron. Un gesto inspiegabile che viene sanzionato con un tecnico. Se Harden è stuzzicato da Shumpert, LeBron non ha bisogno di motivazioni per far vedere ai suoi “testimoni” quanto questo clima sia adatto a lui. Firma lui il canestro del +1 e ammutolisce il Toyota Center. La risposta è pronta, con una delle giocate più belle della partita: l’and-one del Barba fa impazzire panchina, tifosi e Thompson che arriva tardi in aiuto. Il tiro per la vittoria lo prende LeBron James ma il long two e la difesa competente di Ariza fanno sì che il jumper venga lungo e si va all’OT sul punteggio di 98 pari. Arrivano pochissimi punti nel supplementare (5-7) e 3 pesantissimi portano la firma di Beverley che regala il +2 a Houston. La difesa di James su Harden tiene vive le speranze di Cleveland e in attacco arriva anche la tripla del -1 a 40” dalla fine. Queste stesse speranze, però, vengono distrutte proprio dal suo miglior giocatore: LeBron va in lunetta sul 103-104 e 4.2 secondi sul cronometro ma l’ennesimo 0/2 dalla lunetta costa caro a Cleveland che perde l’occasione di fare il colpaccio a Houston. Vincono i Rockets 103-105 dopo una partita bellissima ed intensissima. Harden termina con 33, 8/18 da campo e 15/18 ai liberi; James, invece, con 37, 15/35 dal campo e un orrendo 3/11 dalla lunetta. Più Re che Barba ma la vittoria è dell’MVB! Solo per la cronaca: Houston, abbiamo un problema ed è lo stilista di Howard!

CLEVELAND CAVALIERS (37-24): James 37, Love 21, Mozgov 10, Smith 8 + 10 RT, Dellavedova 3, Shumpert 1, Thompason 14 + 19 RT, Jones 9.

HOUSTON ROCKETS (41-18): Ariza 4, Jones 19, Motiejunas 16, Harden 33, Beverley 12, Smith 10, Brewer 8, Terry 3, Prigioni.

 

Noel vs Hibbert (philly.com)
Noel vs Hibbert (philly.com)

PHILADELPHIA 76ERS @ INDIANA PACERS 74-94: qui la partita è molto meno vispa delle due descritte in precedenza. Philly dura solo un tempo sul parquet dei Pacers, completamente rinati in questo 2015. I passi da gigante sulla tabella di marcia di Paul George danno ancor più motivazioni alla squadra che, pian piano, sta trovando la quadratura del cerchio, riuscendo a trarre il meglio da giocatori che non prima di dicembre erano dati per finiti e per “non adatti” ad un sistema come quello di coach Vogel, Su Philadelphia, invece, non abbiamo più nulla da dire. Il vantaggio di 13 lunghezze che i padroni di casa accumulano all’intervallo è frutto di un Hibbert ispirato e di una ottima gestione di Stuckey. Inizio, però, incoraggiante per i 76ers che con Noel provano a riavvicinarsi ai Pacers prima, però, di perdere per un po’ J-Rich, Jason Richardson, che si infortuna lievemente franando sui fotografi e sui cameraman sotto il tabellone. Resterà in campo anche se in precarie condizioni fisiche. Philadelphia arriva anche sul -7 quando mancano 8:14 alla fine della gara ma la spallata decisiva per i Pacers la dà Hibbert in difesa e George Hill in attacco. Finisce 74-94 una partita non proprio gradevole da guardare. Indiana continua la corsa ai PO e raggiunge con questa vittoria l’ottavo posto ad est, scavalcando i Nets. Per Philadelphia, invece, incombe New York ad una sola vittoria di distanza e allo stesso numero (imbarazzante) di sconfitte, ovvero sia 46.

PHILADLPHIA 76ERS (13-46): Covington 12, Mbah a Moute 4, Noel 10 + 12 RT, Richardson 10,Canaan 5, Grand 4, Robinson 9, Smith 11, Thompson 4, McGee 3, Sampson 2.

INDIANA PACERS (25-34): Hill 4, West 8, Hibber 14 + 15 RT, Rudez 3, Hill 17, Miles 7, Mahinmi 6, Stuckey 12, Watson 8, Scola 15, Allen.

 

21 punti per il nostro Danilo Gallinari nella sconfitta contro i Pleicans (yahoo.sport.com)
21 punti per il nostro Danilo Gallinari nella sconfitta contro i Pelicans (yahoo.sport.com)

NEW ORLEANS PELICANS @ DENVER NUGGETS 99-92: i Pelicans, ancora privi di Davis, volano in Colorado per affrontare l’unica squadra NBA che non ha ancora vinto dalla pausa dell’ASG. Un record che non rende contento coach Shaw e che può fare di questa partita un trampolino di lancio per abbandonare quel brutto 13esimo posto nella Western Conference. L’inizio è positivo per i Pelicans che con Gordon e Evans mettono alle strette la difesa poco solida dei Nuggets. In attacco la risposta numero 1 si chiama Danilo Gallinari che mette a segno l’ennesima convincente prova, chiudendo con 21 punti, 7/18 dal campo e 2/8 da 3. Punteggio bassissimo, con il primo tempo che si chiude sul pari 37. La situazione di equilibrio va avanti fino alla fine del terzo quarto, con un paio di sprazzi di Gordon, con Evans che fa impazzire la difesa e con Gallinari che ruba e segna un incredibile canestro sulla sirena da oltre la linea di centrocampo. Si va all’ultimo mini-break sull’assoluta parità. La difesa di casa, però, collassa completamente nell’ultimo quarto concedendo ben 34 punti agli avversari e segnandone 27. Gordon dalla lunga distanza continua a far male, mentre Evans continua a sfruttare il mis-match a favore contro un TY Lawson che gli concede muscoli, centimetri e forza fisica. Vittoria convincente per i Pelicans che passano anche a Denver e affossano dei Nuggets più accesi di altre partite. Finisce 99-92.

NEW ORLEANS PELICANS (32-27): Pondexter 8, Cunnungham 14, Asik 9 + 14 RT, Gordon 18, Evans 22, Cole 10, Ajinca 10, Babbitt 4, Fredette 4.

DENVER NUGGETS (20-39): Gallinari 21, Chandler 14, Faried 3, Foye 19, Lawson 5 + 11 ASS, Barton 16, Nelson 6, Lauvergne, Hickson 6 + 10 RT, Harris 2.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone