Denver deve inchinarsi al career-high del Barba. I T-Wolves la spuntano al supplementare. Suns e Jazz ok.

DENVER@HOUSTON 108-118

Nonostante una gran bella partita giocata su ottimi ritmi, Denver deve arrendersi ad Houston ed al suo uomo franchigia che nella notte ne ha messi ben 50. Primi due quarti a ritmi molto alti dove la stessa Denver non cerca di rallentare le operazioni di gioco ma anzi cerca di tenerle vive facendone le spese in più occasioni. Harden è devastante: in pochi minuti riesce a produrre quantità e qualità di gioco davvero impressionanti sia in coast to coast, sia dalla lunga distanza. Nota negativa della prima frazione di gioco è l’infortunio alle costole per Terrence Jones che ha trascorso la notte in ospedale nonostante sia uscito con le sue gambe dal parquet. Houston va al riposo con ben 16 punti di vantaggio sul 65-49. Nel secondo tempo la situazione non cambia con Denver che rincorre Houston e Harden che continua a macinare grandissime giocate ed una miriade di punti. Discreta la prova di Danilo Galliinari che chiude la partita con 10 punti dal campo. La scena negli ultimi minuti di partita è tutta per il “Barba” che chiuderà con 50 punti, suo massimo in carriera. Houston sembra aver trovato la giusta messa a punto per continuare la sua stagione in attesa di Howard; Denver ci ha provato ma con un Barba così è troppo dura per tutti.

HOUSTON ROCKETS ARIZA 17 JONES 10 MOTIEJUNAS 7 HARDEN (50 PTS+10 REB) BEVERLEY 10 BREWER 6 SMITH 12 PRIGIONI 3 DORSEY 3

DENVER NUGGETS   CHANLER 23 GALLINARI 10 FARIED 19 FOYE 23 LAWSON 12 BARTON 3 NELSON 13 ARTHUR 0 HICKSON 2 HARRIS 0 GREEN 0 NURKIC 3

 

MINNESOTA@NEW YORK 95-92

Minnesota la spunta al foto-finish e riesce a mettere al tappeto New York al Madison Square Garden solamente dopo un supplementare. Nel primo tempo la squadra ospite riesce sempre a stare davanti grazie alle ottime giocate di Andrew Wiggins decisivo negli ultimi minuti dei 48 regolamentari ; dall’altra parte ottima la prova di Langston Galloway vero e proprio rebus nelle prime due frazioni di gioco. La Point Guard alle dipendenze del “Venerabile Maestro” riesce con una facilità pazzesca ad andare a canestro in tutti i modi ed è l’unico insieme ad Alexi Shved a creare veri grattacapi alla difesa dei T-Wolves.  Nel secondo tempo le maglie in difesa cominciano a stringersi per davvero ma New York comincia a concedere delle transizioni offensive troppo succulente per  LaVine che imbeccato per un paio di volte da Wiggins decide di andare con la testa sopra il ferro.  A pochi minuti dalla fine la partita è davvero in bilico e Wiggins cerca di indirizzarla definitivamente con una grandissima giocata spalle a canestro che è assistita dagli dei del Basket e che dice vantaggio Minnesota a poco dalla fine. Shved con una grandissima giocata in penetrazione subisce fallo e trasforma entrambi i tiri liberi che sanciscono la parità sull’85-85 dopo il Buzzer Beater sbagliato da Martin. Nell’Overtime Dieng diventa il vero protagonista con giocate molto importanti nell’economia della partita: prima con due conclusioni dalla media imbeccato magistralmente da Wiggins e poi con una stoppata incredibile su Shved pronto a concludere con un comodo layup. Galloway prova dalla lunga distanza e porta i suoi in vantaggio di 1 sul 91-92 ma l’attacco di New York si fermerà lì. LaVine in penetrazione infatti guadagna due liberi entrambi trasformati e lascia 10,2 secondi all’attacco di New York che è sul -1: Shved è murato dalla difesa di Minnnesota e la partita dopo un ennesimo valzer in lunetta si conclude sul 95-91. Che dire, Minnesota dimostra di essere una squadra in piena salute e se proiettata al futuro la si vede molto in alto. New York nonostante l’ennesima vittoria è apparsa viva finalmente.

MINNESOTA TIMBERWOLVES  PAYNE 2 WIGGINS ( 20PTS+7 REB) DIENG 19 LAVINE 20 MARTIN 22 BUDINGER 10 BROWN 2 WILPATRICK 0

NEW YORK KNICKS AMUNDSON 6 THOMAS 6 BARGNANI 14 GALLOWAY 21 SHVED 20 SMITH 5 LARKIN 10 WEAR 2 ALDRICH 8 ACY O

 

 

NEW ORLEANS@ PHOENIX 72-74

Senza il suo leader sul parquet Anthony Davis, New Orleans cede a Phoenix di misura negli ultimi istanti della partita contraddistinta da un punteggio molto basso, cosa rara per entrambe le franchigie. Gordon nel primo quarto è il vero e proprio ago della bilancia: sia in penetrazione sia in cabina di regia per i compagni è il vero metronomo di New Orleans. Ma Phoenix nella nottata appare abbastanza solida e cinica a differenza delle ultime uscite e con Tucker e Goodwin ( il primo con una tripla dall’angolo, il secondo a canestro assistito da green) mette la freccia e resta davanti per tutto il primo tempo. La scena nel terzo quarto di gioco è tutta per Brandan Wright che blinda letteralmente il suo canestro e alla fine metterà a referto ben 7 stoppate, suo massimo in carriera. La partita continua ad essere totalmente in bilico: Markieff Morris prova a portarla da solo a casa mettendosi in proprio e con un canestro dalla media a 51.5 secondi dalla fine sembra scrivere i titoli di coda della partita. Gordon dalla lunga riduce la distanza con una tripla al fino al -1 ma Evans con l’ultimo pallone in mano a 10 secondi dalla fine non riesce a mettere a segno il canestro per la vittoria. Grandissima vittoria in chiave playoff per Phoenix che nonostante tutto però non appare brillante ed in salute come l’inizio della stagione. Brutto stop per New Orleans che soffre l’assenza del suo uomo simbolo Anthony Davis.

NEW ORLEANS PELICANS  PONDEXTER 6 CUNNINGHAM 6 ASIK 6 GORDON 14 EVANS 9 COLE 12 AJINCA 10 BABBITT 5 WILLIAMS 2 WITHEY 2

PHOENIX SUNS MORRIS 2 MORRIS 17 WRIGHT (16 PTS+ 7 BLK) TUCKER 12 BLEDSOE 5 WARREN 6 GOODWIN 10 BARRON 0 GREEN 0

 

UTAH@ LOS ANGELES 80-73

Lakers sempre più in caduta libera e anche contro Utah perde.Los Angeles molto attiva nel primo quarto di gioco dove Lin riesce a giocare molto bene in campo aperto e a servire sia Davis che Boozer sotto canestro per appoggi facili facili. Utah gioca molto meglio: si vede che il sistema dei Jazz è molto più completo, che i tiri presi sono ad altissima percentuale e poi c’è Gordon Hayward che per percentuali e medie realizzative è sicuramente tra i migliori nella lega. Nel secondo quarto di gioco i Jazz provano a scappare sopratutto con Booker che mette a segno ottime giocate sia dalla lunga che dalla media distanza. Los Angeles dopo essere stata sotto anche di 12 punti rientra totalmente in partita con le giocate di un ispiratissimo Wesley Johnson. Nel terzo periodo i Lakers scappano e si portano addirittura sul +5: l’unica nota positiva per la squadra Californiana è vedere come i lunghi corrono in contropiede. Infatti sia Black, sia Ed Davis assisititi bene da Lin riescono a coprire molto bene il campo. Utah appare superiore e non solo recupera ma addirittura si porta sul +8 prima della fine del terzo periodo di gioco. Ma Los Angeles vuole vincere e addirittura Brown dalla lunga distanza porta i suoi in vantaggio. Tutto inutile: Hayward e Favors si mettono al lavoro sul serio e la partita non ha più nulla da dire. Finisce 80-73 per Utah che continua e crescere e batte dei Lakers che appaiono sempre di più un cantiere aperto.

UTAH JAZZ  HAYWARD 22 FAVORS 14 GOBERT 3 HOOD 2 EXUM 0 INGLES 9 BOOKER 10 BURKE 17 MILLSAP 3 COOLEY 0

LOS ANGELES LAKERS  JOHNSON 12 HILL 14 BLACK 13 ELLINGTON 6 CLARKSON 8 LIN 2 VOOZER 11 DAVIS 8  BROWN 7 KELLY2

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone