Green ago della bilancia, Bogut fondamentale: le assenze dei lunghi che hanno condannato i Warriors in Gara 5

Che fosse ago della bilancia per i suoi lo sapevamo già, ma forse nessuno si aspettava un tracollo tale. Mettete i 41 punti di Kyrie Irving, mettetene altri 41 a firma LeBron James, condite il tutto con il grande assente: Draymond Green. I Golden State Warriors crollano senza il loro numero 23 e fanno fatica a restare aggrappati all’avversario. Crollano le misure difensive, vengono meno le sicurezze dell’attacco e la frittata è fatta. I Cleveland Cavaliers sbancano una incredula Oracle Arena, vincono la seconda Gara della serie e riescono a tornare indenni in Ohio, pronti ancora una volta a sorprendere tutti e riscrivere la storia. 

Lui, Draymond Green, nato a Saginaw, Michigan, ventisei anni fa, non era tanto distante da lì. Rinchiuso in una suite dell’Oakland Coliseum – impianto collegato con la Oracle Arena e dal quale sarebbe spuntato in caso di vittoria del titolo -, Green ha dovuto vedere i compagni crollare sotto i colpi di LeBron James & Co. senza poter muovere un dito. Lo stesso James che solo poche ore prima l’aveva sfidato in campo e ne aveva procurato la squalifica, condizionando così fortemente l’esito di Gara 5. I Warriors, probabilmente, sarebbero usciti sconfitti lo stesso dal parquet, ma l’assenza di Green è stata mazzata troppo pesante sulle sorti di una squadra che di energie ne ha ancora pochissime e nella quale il talento di Steph Curry pare non riuscire più ad emergere. Le regole della NBA non gli hanno permesso di essere presente al palazzo, ma sull’aereo per l’Ohio, sbarcato a Cleveland nella serata italiana di ieri, Dray c’era, con lo spirito di rivalsa di un ragazzino a cui hanno tolto il gioco preferito proprio sul più bello.

Sotto canestro è arrivata la debacle di Golden State. I 201 centimetri di Draymond Green sono mancati come i 213 di Andrew Bogut. Il centro australiano è stato costretto a lasciare la gara nel terzo quarto con un ginocchio malconcio e da lì è cominciata la discesa dei padroni di casa. La squadra che fa del gioco degli esterni il suo simbolo costretta a crollare sotto i colpi di LbJ e Tristan Thompson per le assenze dei suoi lunghi. Queste NBA Finals stanno regalando tutto ed il contrario di tutto, divertendosi spesso a cambiare le carte in tavola sovvertendo il pronostico quando meno ce lo si aspetti. Green è pronto a tornare in campo per Gara 6 alla Quicken Loans Arena; anche Bogut, infortunio ed esami strumentali permettendo. Poche ore ci dividono dal ritorno in campo; chi non aspetta altro che rivedere nuovamente all’opera Draymond e LeBron a suon di spallate e Trash Talking?

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone