Hawks, Marco Belinelli si racconta al "The Players Tribune": "Vi dico i più forti giocatori europei contro e con cui abbia mai giocato"

Marco Belinelli, con i suoi alti e bassi, è una delle pochissime note positive degli Atlanta Hawks in questa stagione, ultimi ad Est e in piena ricostruzione.

Il giocatore italiano, proveniente da San Giovanni in Persiceto si è raccontato al quotidiano americano “The Players Tribune” indicando i giocatori europei più forti contro cui abbia mai giocato: “Premettendo che vengo dall’Italia, dove il basket non è il primo sport nazionale. Sognano tutti il calcio, Bologna, la provincia dove io sono nato e cresciuto, è una delle poche realtà dove il calcio e il basket lottano per primeggiare. Nella mia città tutti volevano diventare calciatori, ma io e i miei fratelli no, desideravamo il basket. Andavamo tutti i giorni al campetto a darcele di santa ragione per migliorare, da lì Bologna mi ha chiamato in Serie A e ho iniziato questo lungo percorso fino all’NBA, sono davvero felice della carriera che sto vivendo.”

Tocca agli avversari ricevere gli elogi del nostro Marco: “Sicuramente una delle esperienze più belle della mia carriera è stata incontrare da avversario Dirk Nowitzki nel pieno della sua carriera, quando io ero un pischello e lui dominava la lega con i Dallas Mavericks. Nonostante ciò io l’ho incontrato per la prima volta in Nazionale, nel 2006. Non ho mai visto un giocatore tirare in maniera così facile ed elegante come Dirk.

Un altro giocatore che mi ha subito impressionato per il suo stile di gioco è stato sicuramente Hedo Turkoglu. Per il suo ruolo, era uno dei pochi nella lega e nel mondo a saper tirare così frequentemente e con ottime percentuali dall’arco dei ter punti. Nessuno riusciva a difenderlo perché lui sapeva fare tutto, era imprevedibile. Fortunatamente ho avuto l’onore di giocarci anche insieme con la maglia dei Toronto Raptors, ho provato una sensazione particolare quando al primo allenamento mi sono ritrovato lui difronte. Ho imparato tante cose da lui, abbiamo fatto tanti uno contro uno e mi ha battuto in tutti i modi possibili, lui conosceva perfettamente la pallacanestro.

Come avrete già capito, a me piacciono molto i tiratori e da loro prendo spunto per migliorare le mie lacune offensive. Uno dei giocatori che mi ha colpito di più è sicuramente Peja Stojakovic.  Non ho avuto molto tempo per conoscerlo visto che a New Orleans siamo stati poco tempo insieme, ma ricordo che un giorno mi ha sfidato per una gara di tiri da tre, per gioco. Vi assicuro che mi ha completamente distrutto, ne ha messi 40 di fila e mi ha umiliato in maniera disarmante. E’ stato sicuramente il miglior tiratore con cui abbia mai giocato, probabilmente uno dei migliori in NBA. Ho avuto la fortuna qualche anno più tardi di lavorarci ancora insieme a Sacramento, solo che questa volta lui era negli uffici.

un giocatore che non posso non nominare è sicuramente Anthony Parker, uno dei migliori giocatori europei della storia del basket. Ricordo di averlo incontrato per la prima volta in Europa, quando giocavo a Bologna e lui era nel Maccabi Tel Aviv, in una finale di Eurolega. era giovanissimo e fece una prestazione incredibile, mi impressionò talmente da pensare che lui fosse il Jordan europeo. Era velocissimo, faceva cose che gli altri forse potevano solo pensare. Fu un brutto ricordo perché quella finale l’ho persa, ma Tony Parker è riuscito ad imporsi nella stessa maniera in NBA.

Ultimo, ma non per importanza, il mitico Manu Ginobili. E chi sennò? Un argentino che viene a giocare nella squadra della mia città, la Virtus Bologna, ed era la star della squadra. Era sempre una persona positiva, voleva il meglio per i suoi compagni e mi aiutava costantemente nei due anni in cui ci ho giocato insieme. Mi ha insegnato a muovere il pallone velocemente, ha migliorato la mia tecnica di tiro emi ha insegnato dei trucchi per eludere gli avversari. Lui curava tantissimo i dettagli, per lui erano quelli che rendevano un giocatore un campione. Memorizzava tutto, tutti i movimenti offensivi e difensivi dei suoi avversari. Quando abbiamo giocato insieme a San Antonio in una partita di playoff mi ha dato un consiglio su come difendere durante l’ultima azione della partita, vinta da noi. Sapeva tutto di tutti, probabilmente per questo giocava ancora in NBa alla sua età, è IMMORTALE.”

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Gennaro Dimonte Nato a Barletta nel 1994. Prossimo alla laurea in Scienze della Comunicazione e aspirante giornalista. Si divide tra la palla a spicchi e il calcio, con i miti di Carmelo Anthony e Delpiero nel cuore. Grande appassionato di NBA, spera di rivedere i suoi Knicks tra le grandi.