Howard: "Non ho ancora deciso il mio futuro"
Serata interessante per Dwight Howard, presente nell studio di TNT ed intervistato da Shaquille O’Neal e da Charles Barkley. “Non ho ancora scelto cosa fare in futuro” – ha esordito Superman – “Il mio lavoro consiste nell’andare in palestra e lavorare sodo. Ho parlato con Ted Brown (CEO dei Rockets), ma lui parla sempre con i giocatori a fine stagione“.
Alla domanda postagli da Barkley sul perché lui non piaccia ai tifosi, Howard ha dato una lunga risposta: “Penso che ad Orlando ero ben voluto, ma il modo nel quale si è conclusa quella storia, abbia spinto le persone a pensare che fossi un cattivo ragazzo. La gente ha cominciato ad avere pregiudizi su di me, a pensare semplicemente “non mi piace questo ragazzo”; io ho sentito questi commenti e mi hanno fatto male, perché il mio sentimento ed il mio modo di pormi nei confronti del basket è sempre rimasto lo stesso. La mia motivazione è arrivata da lì, perché non potrò mai dimenticare il giorno in cui tu (Barkley) mi dicesti che non sarei stato abbastanza bravo per la NBA, oppure quando Magic Johnson disse che non avrei fatto bene nella Lega. Quei commenti mi hanno spinto ogni giorno nel voler diventare uno dei più grandi di sempre della storia del Gioco. Quando la gente dice quelle cose, mi fa incazzare perché non sono così. Non sono mai stato una persona cattiva e non voglio che le persone lo siano con me. Non posso piacere a tutti, ma lo sai, se uno mi conosce bene, sono rilassato e amo divertirmi“.
Un’altra domanda a toccare nel profondo Howard è quella sul fatto che, più volte, nel corso della stagione è sembrato quasi disinteressato. “Mi interessa sempre vincere” – dice Howard – “Ma si vuol sempre sentire solo una parte del discorso. Certo, se potessi portare il pallone per il campo, sparare da tre e farla passare tra le gambe, e tutto il resto, sarebbe fantastico. Ma lo sai, per alcuni aspetti del gioco ho bisogno del supporto dei miei compagni. Ci sono state delle volte dove mi sono estraniato dal gioco. E in questi casi devo crescere e diventare un giocatore migliore. Io sono sempre interessato al gioco, ma ho avuto il problema di sorridere troppo. Così, quando non lo faccio sembra che mi disinteressi. E’ come una linea sottile, ed io mi sento come se non potessi sorridere, oppure sorridere e divertirmi. Per me, personalmente, è come se fosse una lotta“.