LA LAVAGNA - Blazers, senza Aldridge quale futuro per la 'C Down Clear'?

Non è questa la sede per ribadire quanto i Blazers abbiano perso dal punto di vista offensivo con la partenza di LaMarcus Aldridge direzione San Antonio Texas. Tuttavia non si può non notare come anche i principali set offensivi di coach Terry Stotts abbiano risentito di un brusco ridimensionamento con l’addio del numero 12. Prendiamo ad esempio uno dei giochi migliori per azionare l’arsenale offensivo di LMA, la ‘C Down Clear’.

Nelle sue varianti più significative si tratta di una delle migliori possibilità per giocare tanto il canonico pick and roll sull’asse play-pivot, quanto, alternativamente, un alto-basso tra i due lunghi in campo per sfruttare al meglio le spaziature nel pitturato. A patto, però, di poter disporre di lunghi dalla mani educate: e, quindi un Aldridge, un Batum, financo un Robin Lopez.

Peccato che, ad oggi, nessuno di questi bazzichi più dalle parti del Moda Center costringendo Stotts a riproporre la ‘C Down’ quasi sempre e solo nella sua versione basica (i primi 20 secondi di video ndr): ovvero un canonico gioco a due tra le guardia che riceve sul lato difensivamente forte e penetra fino a creare la sacca per il pocket pass destinato al pivot sotto canestro. L’unica soluzione possibile, soprattutto se la tua frontline, al momento, può contare solo su lunghi piuttosto stanziali come Kaman, il futuribilissimo Meyers Leonard e Mason Plumlee. Tutta gente che non ha nel piazzato dalla media/lunga distanza la propria arma offensiva preferita.

Diversamente dagli illustri predecessori che permettevano di poter utilizzare anche la versione 2.0, con la guardia che riceve sul lato forte dal primo lungo, effettuando un curl per prendere il centro dell’area; a questo punto entra in azione il lungo numero due  che, con un finto blocco riesce a creare le giuste spaziature per liberarsi a un comodo piazzato piedi per terra, con la difesa che è collassata sul penetratore, trasformando l’iniziale lato forte in quello debole. Non bastasse, c’era l’ulteriore possibilità di un extra pass per il lungo iniziatore dell’azione che, sfruttando la rotazione difensiva avversaria andata totalmente fuori giri, era spesso libero all’altezza del tiro libero per un comodo appoggio dall’altissima percentuale realizzativa.

Ma, come detto, si tratta di una pagina del playbook che difficilmente verrà sfogliata e letta in un prossimo futuro.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone