L'EDITORIALE - Il bilancio dopo la trade deadline
Non sarà stato un febbraio movimentato come quello dell’anno scorso, quando cambiarono squadra 37 giocatori, ovvero l’8% della Lega. Ma gli ultimi due giorni prima della trade deadline, ammettiamo di essercela vista brutta comunque, tra tanti colpi di scena e altrettanti affari mancati o saltati. Adesso che le squadre ormai sono quasi del tutto definite, a mercato finito, si può fare un bilancio di chi si è mosso meglio e chi, invece, ha sbagliato tutto.
Houston Rockets Ha del comico aver proposto Howard a mezza NBA sperando di ricavare qualcosa dalla sua cessione. E’ ancora più comico vedere come il tutto si sia concluso con un nulla di fatto. Non solo: lo smantellamento del roster era parzialmente cominciato con le cessioni di Motiejunas e Thornton. Se il lituano sta ancora facendo i conti con alcuni problemi fisici, Thornton si stava dimostrando un’ottima pedina in uscita dalla panchina. La ciliegina sulla torta sono le dichiarazioni di Morey dove afferma di credere nella coppia Harden-Howard. Più comico di così.
Memphis Grizzlies Era impossibile che non tornassero in mente i Jail Blazers. Vedere nella stessa squadra Matt Barnes, Zach Randolph, Chris Andersen, Mario Chalmers, Tony Allen e Lance Stephenson fa accapponare la pelle. Ma probabilmente è proprio su questo che ha voluto puntare il front office, creando un ambiente pieno di caratteri focosi, che generalmente ben si sposano con il “Grit&Grind” state of mind. Il punto è che l’arrivo di Stephenson ha comportato la partenza di Jeff Green, un giocatore solido, di quelli che fanno comodo a tutte le squadre; mentre per arrivare ad Andersen, Lee è andato a Charlotte in una trade a tre. L’infortunio di Gasol e la rassegnazione per una post-season sicuramente non superiore alle precedenti hanno condizionato parecchio la politica societaria in questa sessione di mercato. Peccato.
Washington Wizards Il sogno del cassetto rimane Durant, manco a dirlo. Nel frattempo, però, a Washington si sono mossi a dovere per preparare già la squadra. In un fantomatico quintetto con Wall, Beal, Morris (nuovo arrivato) e Gortat, KD potrebbe starci più che bene. Giovani futuribili, come Porter e Oubre, insieme a veterani come Nene, Dudley, Sessions e Neal, costituiscono di fatti una buona base per il futuro. Qualora Durant dovesse scegliere altro – cosa molto probabile, free agents di livello ci sono (Howard, Batum, Jefferson, Horford, Conley, Anderson, Rondo tra gli altri). Insomma, ci sono buone probabilità di vedere un record quantomeno positivo nella prossima stagione. Di prospettiva.
Los Angeles Clippers In teoria, non sbagliano un colpo. Il riscontro pratico, invece, talvolta è meno roseo delle aspettative. Smith e Stephenson, ad esempio, sono stati parcheggiati a dovere per emersa incompatibilità, ed è arrivata un’ala piccola che come si diceva torna in genere molto utile, come Jeff Green. Sul perimetro è un giocatore importante in entrambe le fasi di gioco e, fattore fondamentale, già conosce bene Doc Rivers che lo ha allenato per due stagioni. Con Pierce e Johnson completa un reparto di livello significativo e finché non torna Griffin probabilmente verrà utilizzato nello spot di ala grande. Potrebbe essere il colpo giusto per aumentare le proprie possibilità contro le altre tre big dell’Ovest. Precisi.