L'EDITORIALE - Lasciate giocare LeBron. Possibilmente da solo (per ora)

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Sembra che il Re sia ritornato sul trono. E sembra soprattutto che i compagni finalmente abbiano imparato ad orbitare intorno a lui. Ovvio che questa era la reazione da aspettarsi a Cleveland. Le critiche sull’avvio dei Cavs avevano lasciato troppo amaro in bocca per non avere delle ripercussioni. Al banco degli imputati, c’era finito LeBron James, che da bravo leader si carica degli oneri e degli onori. Solite risposte parafulmine per la squadra, quando gli si chiede perché non inizia a mettersi un po’ più in proprio. Però, quando succede, ne mette 30 a partita e adesso in Ohio si parla della rincorsa verso la vetta della classifica dopo le quattro vittorie consecutive. E sventolano gli asciugamani. Certo, si parla pur sempre di avversari che si prestano alla grande ad essere abbattuti da James. Denver, New Orleans, Boston e Atlanta: squadre che non sono contemplate nella post-season di quest’anno. Almeno nelle previsioni di inizio stagione. L’interrogativo è se, dunque, LeBron debba realmente iniziare a giocare per sé, se vuole vincere. In fin dei conti, è questo il copione che si vedeva a Miami. Gli infortuni di Wade gli permettevano di assumersi anche le responsabilità di Flash spesso e volentieri, mentre Bosh non è mai stato considerato al pari di quei due, se non dal punto di vista salariale.

Il discorso, stavolta, è di gran lunga diverso. Cleveland ha allestito la squadra per vincere con l’arrivo di Kevin Love, corteggiato da mezza lega, e dei bersaglieri perimetrali richiesti da LBJ (Miller, Lewis e per poco pure Allen). E’ probabilmente l’ex Minnesota quello che sta facendo più fatica ad ingranare la marcia. Almeno per quanto riguarda l’apporto di punti che adesso dice 17.1 contro i 26.1 dello scorso anno, dovuti soprattutto ad una riduzione sensibilissima di tiri realizzati (da 45,7% a 35,7%). Ma è il rovescio della medaglia che vede un allenatore alla prima esperienza in NBA e un quintetto smantellato e sovvertito radicalmente sotto tutti i punti di vista.

In definitiva, dopo aver dato un’occhiata al gioco espresso dai Cavs in questa settimana, è proprio il caso di dirlo. Fate giocare LeBron a modo suo, per il bene dello spettacolo e della franchigia. Il bel gioco, in questo caso, si può sacrificare. Anche perché gli Heat non sono mai stati belli da vedere negli ultimi quattro anni.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone