Leonard trascina gli Spurs sui Warriors. Bene Pacers e Jazz. Clippers travolgenti

MIAMI HEAT @ INDIANA PACERS 89-112

Il rientro di PG13, nel match tra Heat e Pacers (foto da: sports.yahoo.com)
Il rientro di PG13, nel match tra Heat e Pacers (foto da: sports.yahoo.com)

Alla Bankers Life Fieldhouse va in scena un match importante per due motivi: da una parte, Heat e Pacers si sfidano in quello che, a tutti gli effetti, è un fondamentale scontro diretto per l’8° posto nella Eastern Conference; dall’altro, c’è il ritorno sul parquet, dopo 8 mesi di calvario, di Paul George. Sotto il primo punto di vista, Indiana (34-43, 21-18 in casa) infligge a Miami (34-43, 16-24 in trasferta) una sconfitta molto pesante, agganciandola al 9° posto; adesso, l’8° posto, occupato dai Celtics, dista una partita. Sotto l’altro punto di vista, invece, più che positivo il ritorno di PG13, accolto da una vera standing ovation al momento di rimettere piede in campo, quando mancano 5’33” alla fine del primo periodo; per lui, 13 punti (5/12 dal campo), 2 reb, 2 ast e 2 stl in 15 minuti. Dopo un primo quarto equilibrato (19-22), nel secondo periodo i padroni di casa provano più volte a scappare, toccano un massimo di +9, ma Miami risponde con i canestri del trio Dragic-Wade-Ennis (rispettivamente 15, 27 e 17 punti totali a referto), tenendosi in scia; all’intervallo lungo, i Pacers conducono 47-51. Nel terzo periodo, i ragazzi di coach Vogel cominciano ad allungare sensibilmente, toccando, con un jumper dalla media di George, il +12 (64-76 a 19″ dalla sirena). Le due squadre approcciano agli ultimi 12′ sul 66-77. I protagonisti, che non lasciano scampo a Miami, sono due: George infila due triple consecutive, in avvio di frazione, che proiettano i suoi sul +14 (71-85); a scatenarsi, poi, è Scola, autore di ben 17 punti (su 23 totali, più 12 reb) nel solo quarto periodo, scavando il solco decisivo (78-100 a 5’00” dalla fine). Da segnalare anche i 17 di Miles e i 19 di Solomon Hill. Gli Heat ormai sono ko, e finisce 89-112 per Indiana.

MIAMI HEAT (34-43): Haslem 10 (10 reb), G. Dragic 15, Wade 27, Deng 3, Walker 2, Ennis 17, Chalmers 2, Beasley 8, T. Johnson 5, Z. Dragic, Andersen, Whiteside

INDIANA PACERS (34-43): Miles 17, S. Hill 19, G. Hill 3, West 12, Hibbert 7, Stuckey 4, Sloan 5, Mahinmi 3, Scola 23 (12 reb), George 13, Allen , Rudez 3, Copeland 3

 

GOLDEN STATE WARRIORS @ SAN ANTONIO SPURS 92-107

Kahwi Leonard, grande protagonista del successo di San Antonio su Golden State (foto da: bleacherreport.com)
Kahwi Leonard, grande protagonista del successo di San Antonio su Golden State (foto da: bleacherreport.com)

Il big match di serata va in scena all’AT&T Center di San Antonio, dove si sfidano le due squadre più calde della Lega: da una parte, i primi della classe, quei Warriors reduci da 12 vittorie di fila; dall’altra, i detentori dell’Anello, quegli Spurs ormai entrati nella modalità Playoff, capaci di un record di 17-3 nelle ultime 20 (di cui 7 consecutive). A spuntarla, grazie ad un Leonard sempre più in palla (26+5 reb e 7 palloni recuperati), sono i texani, per i quali vanno segnalate anche le prove di Duncan (19) e Danny Green (18). Ai Warriors non basta Curry (24+6 ast). Spurs determinatissimi già nel primo quarto. Leonard (11 nel periodo) diventa subito un rebus di ardua risoluzione per la difesa di Golden State; insieme a Duncan e alle triple di Danny Green, conduce San Antonio già su un eloquente +18 (11-29 a 2’20” dalla fine del periodo). Dopo 12′, i padroni di casa guidano 17-31. L’ingresso delle seconde linee non muta la situazione per i Figli della Baia, che non riescono a ricucire. San Antonio continua a giocare con grande intensità in entrambi i lati del campo, aggressivi a rimbalzo e lesti a partire in transizione. Protagonista, in questa fase del match, è Danny Green (10 nel periodo), che fa male ai Warriors non solo dall’arco, ma anche in versione assistman, come quando alza un alley-oop al bacio per Leonard (30-45). Un jumper sulla sirena di Thompson consente a Golden State di chiudere sotto i 20 di distacco alla pausa lunga (38-57). Nel terzo quarto, Curry prova, come al solito, a caricarsi i suoi sulle spalle, realizzando 13 punti in appena 2′, riportando i Warriors sul -14 (53-67 a 8’17” da fine periodo). Gli Spurs, però, replicano prontamente, con i 21 punti del duo Duncan-Leonard, davvero mortifero in questa partita. Il punteggio, con ancora 12′ da giocare, vede i texani avanti 67-89. La strada, per San Antonio, è ormai spianata; le triple di Belinelli (5 punti, 2/6 al tiro in 21′) e Ginobili valgono il +28 (71-99) e mettono il punto esclamativo sul match. Vincono gli Spurs 92-107.

GOLDEN STATE WARRIORS (63-14): Curry 24, Barnes 4, D. Green 6, Thompson 6, Bogut 10, Iguodala 10, Barbosa 12, Holiday 8, Lee 5, Ezeli 5, Speights, McAdoo 2

SAN ANTONIO SPURS (51-26): D. Green 18, K. Leonard 26, Bonner 2, Duncan 19, Parker 8, Diaw 2, Ginobili 6, Belinelli 5, Joseph 9, Baynes 8, Mills 2, Ayres, R. Williams 2

 

UTAH JAZZ @ SACRAMENTO KINGS 101-95

Rodney Hood, 25 punti, 13 nell'ultimo quarto contro i Kings (foto da: deseretnews.com)
Rodney Hood, 25 punti, 13 nell’ultimo quarto contro i Kings (foto da: deseretnews.com)

Insieme a Knicks-Sixers, Jazz-Kings, in scena alla Sleep Train Arena di Sacramento, è l’unico match senza riflessi significativi sulla classifica. Vince Utah (35-42, 16-23 in trasferta), trascinati dai 25 di Hood (5-5 nelle ultime 10); ai californiani (26-50, 16-23 in casa) non bastano la doppia doppia di Cousins (26+12 reb) e i 20 di McLemore, incappando nel 5° ko di fila (4-6 nelle ultime 10). Le due squadre sono vivaci sin dall’avvio, preferendo la fase offensiva. Dopo una serie di botta e risposta, Bryce Cottom infila un buzzer, sulla sirena del primo periodo, che vale il +4 ospite (31-27). Sospinta da Cousins e Derrick Williams, i Kings pareggiano la situazione nel quarto successivo, con il punteggio, all’intervallo lungo, in perfetta parità (49-49). La partita continua sul filo di un sottile equilibrio, almeno fino agli ultimi 3′ del terzo quarto, quando Utah infila un break di 9-2 che vale il 76-69; un canestro di Jason Thompson e due liberi di Casspi valgono il -3 per i padroni di casa all’ultima pausa (76-73). Cousins e McLemore (rispettivamente 9 e 7 punti nel periodo) provano a far tornare sotto i Kings; le schiacciate di DMC e Casspi valgono il -1 (83-82 a 6’11” dalla fine). A questo punto, però, irrompe sulla scena Rodney Hood: il 22enne di Meridian, Mississippi, infila 9 punti in fila (13 nel periodo), parte integrante del break di 14-2 che indirizza la W a Salt Lake City (97-84 a 3’36” dalla sirena finale). I Jazz vincono 101-95.

UTAH JAZZ (35-42): Gobert 10, Exum 8, Hood 25, Hayward 5, Favors 11, Booker 8, Ingles 8, Cotton 8, C. Johnson 3, E. Millsap 5, J. Evans 10, Cooly, Burke

SACRAMENTO KINGS (26-50): McLemore 20, Cousins 26 (12 reb), McCallum 8, Casspi 14, Landry 6, J. Thompson 6, D. Williams 9, Stauskas 4, A. Miller 2

 

LOS ANGELES CLIPPERS @ LOS ANGELES LAKERS 106-78

CP3, 7 punti e 15 assist nel derby tra Clippers e Lakers, assolutamente senza storia (foto da: bleacherreport.com)
CP3, 7 punti e 15 assist nel derby tra Clippers e Lakers, assolutamente senza storia (foto da: bleacherreport.com)

Tutto come da pronostico in uno dei derby di Los Angeles più squilibrati di sempre. I Clippers (52-26, 25-15 in trasferta) centrano la 3° W di fila (9-1 nelle ultime 10), issandosi al 4° posto nella Western, ad una partita e mezza dal 2° posto, occupato dai Rockets. 6 i giocatori in doppia cifra, per la squadra allenata da coach Rivers: su tutti, Griffin (18), Jordan (16+11 reb), Barnes (14) e CP3 (7+15 ast). Continua la stagione da incubo per i purple-and-gold (20-56, 11-27 in casa): con questa sconfitta (3-7 nelle ultime 10), i Lakers fanno segnare il record negativo nella loro gloriosa storia; unici a salvarsi, Wesley Johnson (16) e Kelly (9+7 reb + 6 ast). Le stelle dei Clippers, Griffin su tutti (10 nel periodo), provano subito ad imporre la loro legge, come quando, dopo 4′, Paul serve all’indietro BG, il quale finta il tiro dalla media e serve sotto canestro Jordan, che appoggia con facilità; ancora, Griffin, in isolamento, serve CP3, il quale apre a Barnes, che finta la tripla e serve sotto canestro ancora Griffin, che inchioda in bimane. Dopo 12′, i Clippers conducono 23-16. I Lakers faticano maledettamente a trovare il canestro (oltre 6′ senza canestri dal campo nel secondo periodo) e così, senza strafare, i ragazzi di coach Rivers vanno negli spogliatoi sul 49-36. Da applausi l’azione che porta alla tripla di Barnes per il 47-31, arrivata al termine di una serie stordente di passaggi veloci. A scanso di equivoci, nel terzo periodo i Clippers ammazzano la partita. Il 22-5 di parziale, culminante con un canestro di Blake Griffin su assistenza di Paul, vale il +29 (81-52 a 57″ dalla sirena) e chiude i conti, aprendo la strada ad un quarto periodo di garbage time. Due triple, di Hawes e Turkoglu (12) conducono i Clippers addirittura sul +43 (99-56), prima di uno scatto d’orgoglio dei ragazzi di coach Scott, che porta al 106-78 finale.

LOS ANGELES CLIPPERS (52-26): Griffin 18, M. Barnes 14, D. Jordan 16 (11 reb), Paul 7, Redick 12, Rivers 10, Hudson 3, Hawes 5, Turkoglu 12, G. Davis 2, Udoh 4, Hamilton 3, Jones

LOS ANGELES LAKERS (20-56): Kelly 9, W. Johnson 16, Clarkson 2, Black 10, Lin 6, Brown 10, Buycks 9, Boozer 9, J. Hill 2, E. Davis 2, Sacre 3

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone