Metta World Peace e la nostalgia del passato: "Non è più un gioco da veri uomini"

Per una volta l’introduzione la prendiamo in prestito direttamente da Los Angeles Times: “The Lakers have missed Metta World Peace in recent years, not just for his skill on defense, but for his often unfiltered worldview” ovvero sia “I Lakers hanno perso MWP negli ultimi anno, non solo per le abilità in difesa ma per la sua visione del mondo unica, non mediata e non filtrata“. Sì, perchè sai che quando stai parlando di Ron Artest o Metta Wolrd Peace che sia, non c’è nulla di scontato e nulla di prevedibile. Questo accade quando si parla di lui…e quando parla lui? Cosa succede? La banalità non è una parola che conosce, né tantomeno è annoverata nel suo particolarissimo vocabolario. Dopo l’allenamento di sabato si è intrattenuto con la stampa e ha confessato la sua nostalgia. Dei fasti antichi dei Lakers? No. Dell’ambiente canturino? No. Della cucina italiana? Nemmeno. Lla nostalgia alla quale fa riferimento Metta riguarda la NBA di un tempo: “Mi ricordo quando arrivai in NBA nel 1999, il gioco era un po ‘più ruvido un po’ sporco. Il gioco ora è più per i bambini. Non è più un gioco da uomini. I genitori sono molto più protettivi nei confronti dei figli. Vanno a piangere dai loro allenatori, vanno a piangere dagli arbitri dicendo ‘Questo è fallo! Questo è fallo!’. A volte vorrei che i genitori non andassero a vedere le partite dei loro figli e stessero a casa e allo stesso tempo vorrei che quegli stessi ragazzini non si lamentassero più di ogni cosa. Ormai questa generazione di ragazzi è entrata in NBA e ora abbiamo un problema. Abbiamo una miriade di bambini professionisti in tutto il mondo“. Quando sembra la sua furia si sia placata, ecco che riprende e spiega: “Non è più gioco da uomini, è un gioco da bambini ora. Ci sono rammolliti (softies) ovunque. Tutti sono soft. Nessuno è più un duro. Quindi, basta trattare e il gioco è fatto“.

Ph: cbslocal.com
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E ancora quando ti aspetti che la cosa proceda in un certo verso, ecco l’inversione di marcia che ti spiazza di nuovo. Secondo MWP c’è un’eccezione che conferma la regola e il suo nome è Julius Randle: “E’ un uomo. E’ Julius Randle, the one and only. Non so come possa avere 19 anni e non voglio fare previsioni affrettate ma ne succederanno di cose da qui ai suoi 30 anni!“. Metta, belle parole ma almeno l’età azzecchiamola. Randle ha compiuto 20 anni lo scorso novembre ed ora ne ha quasi 21. A fine intervista ha dichiarato la sua speranza di far parte dei 15 Laker di quest’anno e il suo contratto non garantito da 1.5 milioni di dollari non sembra essere un problema. La squadra ha attualmente 19 giocatori. Il suo rivale e concorrente si chiama Jabari Brown, guardia tiratrice, che ha la bellezza di 14 anni in meno rispetto all’ex Ron Artest. I Lakers preferiranno l’esperienza di un veterano o la freschezza di un rookie?  Coach Byron Scott la pensa così: “Penso che ha solo bisogno di farci vedere che è ancora Metta, che è ancora lui, che può difendere a un livello molto elevato in più posizioni, che può ancora fare su e giù per il campo e che può dare qualcosa anche in attacco. Penso che già tutti sanno che può essere un grande compagno di squadra. E’ stato di grande aiuto in palestra con i nostri giovani ragazzi. Vogliamo sapere se può ancora giocare ad alto livello. Questa è la cosa più importante“.

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone