"Never understimate the heart of a Champions". Questi sono i playoff di Klay

Sono bastati tre minuti a rimescolare le carte. Gli ultimi tre, in realtà, di una Gara 6 che ha mostrato tutto e il contrario di tutto. Thunder avanti in doppia cifra per due quarti con i Warriors stancamente arrancanti, poi il primo strappo a cavallo con l’intervallo lungo, quindi il nuovo allungo OKC e la sorpresa finale. Non c’è stato alcun filo conduttore questa notte, nessun ingrediente particolare: solo colpi di scena ed un Klay Thompson pronto a fare la differenza. 

Il ragazzo di Washington State ha mostrato tutta la sua qualità quando i suoi erano con le spalle al muro e a Curry sembrava non filare tutto liscio. 41 punti non sono solo il suo massimo in carriera in una gara di post-season, ma anche l’apporto massimo che i Warriors potevano sperare. Quando la tua vita non è facile, sempre all’ombra del tuo partner più illustre, serate come l’ultima le tieni stipate in fondo ai cassetti della memoria. Non che i punti gli siano mancati, ma di solito Curry e Green – gli altri due dei Big 3 della Baia – tendono a farsi notare di più, a prendere più copertine, a riscuotere più consensi.

Nella stagione regolare da record conclusa da poco, quella delle 73 vittorie e sole 9 sconfitte, Thompson è stato protagonista fondamentale. Ha chiuso con oltre 22 di media, numeri importanti in una squadra da vertice assoluto. L’apporto non è scemato neanche ai Playoffs, ma questa post-season aveva nascoste dietro l’angolo le insidie che non t’aspetti. Curry si fa male contro i Rockets e resta fuori un bel po’. Green non riesce ad essere quello della Regular season tutto triple-doppie neanche quando rientra il numero 30 e tocca a Klay caricarsi sulle spalle Golden State.

Fa il protagonista negli ultimi episodi contro Houston: 50 punti nelle ultime due gare. Altri 27 alla prima contro Portland, 35 pur nella sconfitta in Gara 3, ma alla seconda in casa dei Blazers i suoi 23 sono scalzati dai 40 del redivivo Curry. La serie con OKC parte malissimo e lui è sottotono come tutti i compagni di squadra. In Gara 5, però, la ribalta: 27 punti per la seconda W della serie, fino ad arrivare ai 41 di stanotte che danno a GS non solo la parità sul 3-3 ma soprattutto la possibilità di giocarsi Gara 7 davanti al pubblico amico.

Sono i suoi Playoffs, perchè quando tutto sembra andare perduto non ci sono Curry o Green che tengano, è sempre lui a dare la scossa è togliere le castagne dal fuoco. “Mai sottovalutare il cuore di un campione”, e questo Thompson campione lo è per davvero. Le 11 triple di stanotte resteranno nella storia degli almanacchi della Lega (mai nessuno ci era riuscito in post-season), ma la vera storia che a Klay interessa è quella che può farsi tra 36 ore in California: vincere per tornare alle Finals il secondo anno di fila, vincere per mostrare al mondo ancora una volta che Curry e Green sono una forza della natura, ma questi Warriors posano le basi anche su di lui e su un paio di mani calde come poche.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone