Oklahoma City @ Golden State, Top&Flop di gara 7: Curry 'jordanesco', KD e Westbrook croce e delizia dei Thunder

Impresa Warriors o rimpianto Thunder? Entrambe le cose o forse nessuna delle due. Sta di fatto che Golden state diventa la decima squadra a forzare e vincere gara 7 dopo essere stata sotto 3-1 in una serie di playoff. OKC, di contro, deve leccarsi l’ennesima ferita della sua relativamente breve storia e, presto, si troverà a dover fare i conti con un futuro quanto mai incerto, soprattutto per quanto riguarda Kevin Durant: dopo stanotte, infatti, i richiami di South Beach, L.A. e, perché no, Washington, rischiano di essere più suadenti che mai.

TOP

Stephen Curry: dice Steve Kerr: “Non capisco come la gente possa ancora dubitare della sua forza”. Trentasei punti (13/24 dal campo, 7/12 da tre), 5 rimbalzi e 8 assist in 40 minuti, e la bomba che azzanna la partita alla giugulare. Come disse Bffa di Jordan “sai che vincerà, non è scontato che lo faccia, ma vuoi vedere come ci riesce”.

Kevin Durant: tira meglio rispetto ai due precedenti episodi della serie (10/19 per il 52.2% dal campo) e, per larghi tratti, è lui a mantenere i Thunder in partita. Ma sono cose che verranno dimenticate nel mare di critiche che toccheranno (ingiustamente) anche se non soprattutto lui, colpevole di non aver fatto la differenza quando contava. Ancora una volta. Francamente gettargli la croce addosso per 27 punti in una gara 7 ci sembra troppo, ma non vorremmo comunque essere nei suoi panni. Soprattutto quando si tratterà di decidere per l’immediato futuro.

FLOP

Russell Westbrook: 19 punti, 13 rimbalzi, 7 assist e 2 recuperi. Ma anche 7/21 dal campo e le solite scelte scellerate nei momenti topici di partita e serie. Avrebbe tutto per essere la migliore combo guard di questa lega (e,probabilmente, già lo è) ma non è ancora pronto per essere il leader di una squadra sotto pressione. E chissà se lo sarà mai.

I lunghi dei Warriors: al netto del magic moment di Adams, Kerr ha passato tutta la serie a cercare da Bogut ed Ezeli risposte che non gli sono mai arrivate, salvo in rare occasioni. E adesso che arriva LeBron (contro cui un corpo in area lo devi comunque provare a mettere) la faccenda rischia di complicarsi ulteriormente. Ma, forse, è il necessario prezzo da pagare all’estremizzazione dello small ball.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone