ROTY Alumni #1 - Rudy Gobert

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Inauguriamo la nuova, ennesima rubrica che guarda ai dominatori del domani. Questa rubrica, che non avrà cadenza fissa come la ROTY Rush, ha la prerogativa di analizzare futuri campioni nel loro anno da Sophomore. Benvenuti quindi tra i ROTY Alumni!

È ormai passata una settimana dall’All Star Weekend e mentre tutti santificano ancora le mani di Steph Curry o le schiacciate di Zach LaVine (per non parlare di Westbrook che vola da una parte all’altra del campo senza mai fermarsi), la mia mente si è fermata a venerdì notte, ai primi istanti del post-match. Le telecamere inquadrano Rudy Gobert più a lungo possibile, che con 18 punti, 12 rimbalzi e 3 stoppate è l’indiziato numero 1 al titolo di Man of The Match. C’è però qualcuno che la pensa diversamente: la Lega. Con una mossa a sorpresa, che nemmeno i cameraman immaginavano, a vincere il premio è Andrew Wiggins, autore anch’egli di un’ottima prestazione. Non è mio intento mettere in discussione le qualità del canadese in forza ai Timberwolves, ma la sua investitura come MVP somiglia tanto a quella che vide Messi appropriarsi del titolo di miglior calciatore del mondiale, ovvero qualcosa di imposto che giustifichi ulteriormente un ROTY Award che non può che andare alla prima scelta di questo Draft.

Gobert ha semplicemente confermato quanto di eccezionale si è già visto durante la stagione regolare. Ma chi è questo gigante francese di cui si sta tanto parlando in questi giorni? Rudy Gobert, classe ’92, è approdato nella lega più importante del globo quasi due anni fa, scelto come 27º dai Denver Nuggets ed immediatamente spedito in quel di Salt Lake City. La sua stagione da Rookie non è stata la più esaltante mai vista e di conseguenza il suo nome veniva facilmente associato all’anonimato quasi assoluto: solo 45 partite giocate da rincalzo e un anno passato tra roster principale e D-League.

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Lo stesso non si può dire del suo secondo anno, ancora in corso. Trasformazione da brutto anatroccolo a cigno per il centro, che prima si prende il posto fisso nei Jazz e poi, aumentando costantemente il valore delle sue partite, il posto in quintetto. Scalzato un sicuro titolare come Kanter, che ha addirittura cambiato casa negli scorsi giorni, Rudy si presenta al grande pubblico dell’ASG con tanti minuti sul parquet, 6.8 punti e 7.3 rimbalzi. Ah dimenticavo, è anche il quarto cestista in tutta la lega per stoppate, giusto per gradire.

Gobert ha quindi ottenuto, come si diceva all’inizio dell’articolo, le luci dei riflettori, sotto le quali sarà inevitabilmente sottoposto in questo finale di regular season. Confermare quanto di buono fatto fino ad ora è la strada giusta per un futuro roseo e chissà che tra 4-5 anni non prenda parte regolarmente sì all’All Star Weekend, ma solcando il parquet la domenica sera.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone