Shaun Livingston appende le scarpe al chiodo. Si ritira!
Shaun Livingston ha deciso di ritirarsi. Il 34enne nativo di Peoria, Illinois, ha annunciato la sua decisione nella tarda giornata di ieri, con un post sull’account personale di Instagram. “Dopo 15 anni nella Lega, mi ritengo allo stesso tempo felice, triste, fortunato e grato. E’ davvero dura, per me, riassumere in una didascalia tutte le emozioni vissute nel cercare di realizzare un sogno e nel riuscirci“, si legge nel post.
“Chiunque sia chiamato a farcela contro ogni previsione può capire lo sforzo mentale ed emotivo necessario a motivarsi in una guerra tutta in salita; sforzo ancora maggiore se si è chiamati a ispirare anche altre persone” – prosegue Livingston – “L’infortunio mi ha dato una chance di dimostrare a me e al mondo intero che nessuno di noi è definito dalle circostanze. Di tutti gli anni passati nella Lega, la cosa di cui vado più orgoglioso è il fatto che il mio carattere, i miei valori e la mia fede sono state messe a dura prova, ma io non ho mai mollato“.
Il post si conclude con i dovuti ringraziamenti: “Dico grazie ai miei genitori, che mi dicevano di ‘andare a catturare il pallone’. A mio nonno, che mi ha sempre insegnato che c’è molto di più della pallacanestro nella vita. Ai miei zii, che mi hanno aiutato, crescendomi come se fossi uno di loro. A mia moglie e ai miei bambini, il futuro sarà ancora migliore del passato, e non riuscirei neppure a iniziare il nuovo capitolo della mia vita senza sapere di avervi al mio fianco. A tutti i miei compagni, allenatori, trainer, allo staff, il mio viaggio è stato una collezione di esperienze e a quelli di voi che mi hanno aiutato nel cammino voglio solo dire GRAZIE! Grazie anche a tutti i tifosi e a chiunque mi ha ispirato, supportato, a chi ha fatto il tifo per me o anche solo a chi mi ha dedicato una buona parola. ‘Il regalo più bello che si può fare è mettersi al servizio degli altri’“.
Livingston, che lo scorso mese di Luglio era stato tagliato dai Golden State Warriors, saluta la NBA dopo 15 stagioni, 9 casacche indossate (Clippers, Heat, Thunder, Wizards, Bobcats, Bucks, Cavaliers, Nets e Warriors) e soprattutto 3 titoli NBA, conquistati tutti con la franchigia di coach Kerr (2015, 2017 e 2018), tutti o quasi da protagonista in uscita dalla panchina. Il giusto premio per un giocatore che, come scritto nel post, non ha mai mollato ed è riuscito a venir fuori da un tunnel nel quale era finito dopo il tremendo infortunio del 26 Febbraio 2007.