Slam Dunk Contest, LaVine si riconferma campione dopo un duello pazzesco con Gordon

Doveva essere una gara delle schiacciate che prometteva spettacolo ed emozioni e così è stato all’Air Canada Centre dove Zach LaVine ha bissato il successo ottenuto lo scorso anno a New York battendo in finale uno straordinario Aaron Gordon di soli tre punti dopo ben due schiacciate supplementari. Giuria di lusso quella chiamata a votare a Toronto la bellezza e la fantasia delle schiacciate composta da George Gervin, Dikembe Mutombo, Tracy McGrady, Shaquille O’Neal e Magic Johnson. Già dalle prime battute si intende facilmente che sarà però corsa a due per la vittoria finale, poichè Will Barton dei Denver Nuggets (che entra sulle note di “Thriller” imitando proprio Micheal Jackson) dopo una buona prima schiacciata sbaglia la seconda e difatti si autoestromette dalla gara, mentre Drummond al primo turno schiaccia in reverse partendo da dietro al canestro e nel secondo turno coinvolge Steve Nash che, da ottimo calciatore qual è, dopo diversi tentativi  falliti riesce ad alzare il pallone con i piedi in biclicletta per il centro dei Pistons che schiaccia a due mani. Troppo poco. Troppo poco perchè gli altri due partecipanti volano davvero e sembrano davvero essere una spanna sopra i primi due: Gordon, entrato in completo elegante con tanto di bastone, inizia in sordina ma si va a prendere la finale saltando e facendosi passare il pallone tra le gambe sopra Stuff, il draghetto mascotte dei Magic, mentre LaVine arriva facilmente al testa a testa finale prima con una clamorosa schiacciata nella quale dopo l’autopassaggio fa passare in aria la palla dietro la schiena e chiude alla sua maniera, e poi con un volo dalla linea del tiro libero facendosi alzare il pallone dal compagno di squadra Andre Miller. Ma questo è solo il preludio all’epica sfida che ci sarà in finale, con i due giocatori capaci di arrivare alla seconda schiacciata supplementare prima che venga stabilito un vincitore. Gordon inizia saltando ancora su Stuff che mantiene il pallone e che questa volta gira su se’ stesso, chiude con un “360” che gli vale il massimo del punteggio. LaVine risponde anch’egli di “360”, schiacciando ad una mano dopo essersi autolanciato la palla, volo che gli vale anche in questo caso il massimo del punteggio della giuria. Il secondo turno si apre ancora con una schiacciata assurda di Gordon che salta ancora una volta sopra Stuff che manteneva la palla, questa volta facendosi passare in aria la sfera addirittura dietro le gambe e non sotto come fatto precedentemente, ottenendo tanto per cambiare un altro en plein di voti. LaVine però ci tiene a riconfermarsi campione e non molla, vola dalla linea del tiro libero e chiude con la più classica delle “windmill dunk”. Situazione quindi ancora in equilibrio assoluto e tiebreak per decretare il vincitore, Gordon schiaccia dalla linea di fondo dopo essersi fatto alzare il pallone sullo spigolo del tabellone ma LaVine ancora una volta alzandosi la palla da dietro il canestro se la fa passare tra le gambe e chiude con la schiacciata all’indietro, entrambi i partecipanti totalizzano ancora una volta il massimo del punteggio e nuovo tiebreak da disputare per avere un campione. Aaron Gordon dalla linea di fondo schiaccia facendosi passare il pallone prima sopra la testa e poi giù all’altezza delle gambe totalizzando però solo 47 punti, LaVine invece vola per la terza volta dalla linea del tiro libero facendosi passare in aria il pallone tra le gambe e chiudendo di prepotenza, schiacciata che ottiene per la quinta volta di fila il massimo del punteggio e che difatti decreta la guardia dei Minnesota Timberwolves campione per il secondo anno di fila dello Slam Dunk Contest, al termine di una sfida emozionante e tiratissima nella quale la qualità delle schiacciate sia di Gordon che ovviamente di LaVine è stata a tratti irreale.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone