Spurs, Popovich contro il razzismo: "Va sconfitto! Cos'altro deve succedere per far cambiare le cose?"

L’assassinio di George Floyd a Minneapolis da parte di un poliziotto bianco, come sappiamo, sta scatenando da giorni un’ondata di sdegno e di proteste, pacifiche e non, con pochi precedenti, e non solo negli Stati Uniti. La questione razziale è venuta fuori ancora una volta, in modo prepotente, spingendo tanti a prender posizione e a scendere attivamente in campo di fianco ai manifestanti.

Gregg Popovich, icona dei San Antonio Spurs e della NBA, è sempre stato in prima linea riguardo a queste tematiche e, ancora una volta, non si tira certo indietro. In un toccante video messaggio pubblicato nella serata di ieri sui canali social della franchigia texana, il 71enne coach ha rivolto il seguente messaggio.

Nella maniera più strana possibile, l’insegnamento più grande che la recente tragedia ci ha consegnato è lo sguardo sul volto di quel poliziotto” – esordisce coach Popovich – “I bianchi hanno potuto vedere quanto fosse disinvolto, a suo agio, quasi come se fosse una cosa normale, tanto da potersi mettere la mano in tasca mentre teneva il ginocchio sul collo di un’altra persona. Un po’ come se dovesse dargli chissà quale lezione. Come se nella sua testa si sentisse in diritto e in dovere di farlo“.

Non so, penso di vergognarmi, da bianco, di sapere che una del genere possa succedere” – attacca il coach di San Antonio – “Tutti noi abbiamo studiato nei libri di storia e visto le immagini delle persone di colore appese sugli alberi, sentendoci in imbarazzo. Ma lo abbiamo visto di nuovo, in diretta. Mai avrei pensato di vederlo con i miei occhi in vita mia. È importante che noi bianchi facciamo qualcosa, ora è compito nostro“.

Le persone di colore hanno portato questo fardello per 400 anni, e l’unico motivo per cui questo paese ha fatto dei passi in avanti è grazie alla loro perseveranza e impegno” – aggiunge – “La storia della nostra nazione, sin dal principio, è una bugia. E ancora oggi ricade sulle spalle delle persone di colore il far diventare quella bugia una verità, facendo in modo che quei diritti e quei privilegi siano goduti da tutti. Deve essere compito nostro dire le cose come stanno, indipendentemente dalle conseguenze. Dobbiamo parlarne e non lasciar passare nulla“.

La situazione è del tutto simile a quella sulla legislazione delle armi. Cos’altro deve succedere per far cambiare le cose? Devono morire altre due persone con un ginocchio sul collo? Quante altre Sandy Hook ci devono essere prima di agire?” – si chiede Popovich in conclusione – “È facile per le persone farsi scivolare addosso le cose quando non le coinvolgono, ma dobbiamo muoverci prima che sia troppo tardi. Il nostro paese è nei guai e il motivo fondamentale è la discriminazione razziale“.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone