Jim Buss, anni di promesse mancate

Che non sia un periodo storico felice per i Los Angeles Lakers, è un eufemismo. La seconda franchigia più titolata della NBA, da anni ormai, versa in uno stato di profonda crisi e di risultati e d’identità. Nelle ultime tre annate, i purple-and-gold sono sempre riusciti a peggiorare il loro record negativo in regular season, regalando ben poche soddisfazioni ai milioni di fan sparsi per il globo. Un record di 65 W e 181 L che è a dir poco emblematico delle difficoltà degli angeleni. Nella stagione da poco conclusa, solo il Farewell Tour di Kobe Bryant ha permesso di allontanare un po’ i riflettori dalla situazione disastrata dei Lakers.

Ma quali sono i responsabili? Oltreoceano, il dito viene puntato maggiormente su Jim Buss, figlio di Jerry Buss, mitico owner dei Lakers. Vice-presidente delle basketball operations dal 2013, al 56enne viene rinfacciata una gestione definita semplicemente fallimentare. Dan Feldman, di NBC Sports, sottolinea come, al momento della sua nomina, Jim avesse affermato che, se i Lakers non sarebbero diventati una contender nel giro di tre, massimo quattro anni, si sarebbe dimesso. Finora, nulla di tutto ciò è avvenuto, nemmeno lontanamente.

Gravi, per molti addetti ai lavori, sono le promesse miseramente cadute nel vuoto; una sorta di grossa e lunga presa in giro nei confronti dei fans dei Lakers. Kevin Ding, di Bleacher Report, elenca le maggiori: 1) nel 2013, affermò che Howard sarebbe rimasto; 2) nel 2014 sarebbe arrivato Carmelo Anthony; 3) nel 2016 sarebbe stato il turno di Kevin Durant seguito, nel 2017, da Russell Westbrook. Sappiamo come siano andate e stiano andando le cose. Howard salutò la California per accasarsi (con poca fortuna) ai Rockets; Anthony rifirmò per i Knicks; Durant non ne vuole sapere di parlare con i Lakers. Per Westbrook, il discorso è rinviato al prossimo anno, ma anche qui non è che ci siano chissà quali spiragli.

Ding non si ferma qui, sottolineando come, prima di ognuna delle ultime tre disgraziate stagioni, Jim Buss avesse dichiarato, evidentemente con troppo ottimismo, che la squadra avrebbe raggiunto i Playoff. Nonostante questo quadro desolante, Jim Buss è ancora lì, saldo al suo posto. Per non pochi osservatori, quest’anno i Lakers hanno un gruppo di giovani interessante, che dovrebbe quantomeno impedire di replicare le figuracce recenti. Russell, Randle, Clarkson e, da ultimo, Ingram sono un bel patrimonio da far crescere e sfruttare. Ancora Feldman sostiene che un eventuale arrivo di Whiteside potrebbe essere davvero utile e sintomo di logicità nel progetto. La domanda però resta sempre la stessa: in caso di ennesimo flop, Jim Buss resterà ancora al suo posto o farà un passo indietro?

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone