Shareef O'Neal e il suo futuro: Arizona lontano da papà Shaq, sognando LeBron. E sulla Ball Family...

Shareef O’Neal, figlio dell’irripetibile SHAQ, non vive in un mondo diverso dal nostro, anzi. Si sente parte integrante di una società che dà spazio ai giovani di crescere e di fare le proprie esperienze. Ma non finisci qui: il piccolo O’Neal (16 anni) vuole farcela solo ed esclusivamente con le sue gambe.

Non sarà contento LaVar Ball ma il nome più conosciuto del circuito AAU non è quello di suo figlio Lamelo ma quello del figlio di The Diesel. Shareef ha le idee chiare sul suo futuro: anche se ha ancora un anno da passare insieme ai suoi compagni a Crossroads School, scuola media privata nella zona di West LA, ha già preso un impegno per andare a studiare ad Arizona. La pianificazione del futuro, specie per prossime star come Shareef, è sempre più frequente e sempre più importante.

Bleacher Report è riuscita ad intercettare il 16enne O’Neal per strappargli qualche pensiero sul futuro e su altri argomenti. Noi ve ne riproponiamo gli estratti più importanti.

B/R: L’impegno anticipato è qualcosa che molti ragazzi stanno facendo adesso, fissando le basi per le loro carriere universitarie uno o anche due anni prima che siano eleggibili per il college. Qual è stato il pensiero dietro la vostra decisione di scegliere un paio di anni prima dove andare a studiare e giocare?

Shareef O’Neal: Sono andato a vedere quell’Università [di Arizona] più volte e appena sono arrivato ho capito che la scuola mi piaceva tanto. Il programma si adatta attorno al mio ruolo, aiutandomi a giocare anche come guardia. Sono andato l’ all’inizio del 2016 e a dire il vero ho ricevuto offerte anche da altre scuole. Ma quella era la scuola che conoscevo meglio e che volevo da tempo. Ho parlato con i miei genitori e anche loro sono soddisfatti di questa scelta.

B/R: Parlaci un po’ del tuo rapporto con Bol Bol (il figlio di Manute Bol, suo amico). Siete entrambi inseriti nel sistema di pallacanestro delle scuole superiori della California, quindi vi vedete spesso e vi incrociate spesso. Giocate lo stesso ruolo sostanzialmente. Siete i due prodotto attorno ai quali potrebbe girare il futuro. Siete entrambi figli di ex giocatori NBA. Che cosa significa giocare contro di lui e adesso giocare con lui? E credi che c’è una possibilità che potrebbe anche venire ad Arizona con te?

Shareef O’Neal: Parliamo molto attraverso i social media e usando il cellulare, ma una volta che finalmente sono riuscito a incontrarlo di persona, siamo diventati davvero ottimi amici. Giocare nella stessa squadra è impressionante. Ti aiuta moltissimo in difesa così come in attacco. Ci scambiamo spesso la palla e probabilmente è il compagno di squadra con il quale preferisco giocare. Quanto alla sua scelta futura, in realtà non mi ha mai parlato di venire ad Arizona ma io gli parlo spesso della mia scelta, cercando di “influenzarlo” in qualche modo. In un certo qual modo ho assunto il ruolo di reclutarlo e parlo spesso con lui di questa opportunità.

B/R: Su TMZ si dice che vorresti sfidare in 1vs1 LeBron. su di te che vuoi andare da uno a uno con LeBron.

Shareef O’Neal: Quando ho chiamato la LeBron la prima volta, ero piccolo. Avevo 15 anni o forse 14. Era solo una cosa divertente. LeBron è il mio giocatore preferito. Ho sempre voluto giocare contro di lui, perché studio il suo gioco da molto tempo, così come quello di altri giocatori. Se riuscissi a fare questo 1-on-1 mi sento di avere qualche possibilità di batterlo. Non vorrei farlo per vantarmi ma per capire, giocando contro il miglior giocatore del mondo, dove sono ancora debole e dove devo migliorare. Chiamare LeBron per chiedergli un 1vs1 non è una cosa senza senso ma lo vorrei fare per rendermi conto della mia posizione.

B/R: Sì, molte persone non si rendono conto dello spirito competitivo di un atleta. Ci sono altri giocatori NBA che ammiri e contro i quali vorresti giocare una volta diventato professionista?

Shareef O’Neal: Cerco sempre di studiare giocatori che hanno un gioco simile al mio, per esempio Kevin Durant. Ma anche Antetokounmpo, Karl Anthony-Towns… questi tipi di giocatori, almeno a quanto mi dicono, hanno un gioco che si avvicina il mio.

B/R: Dal momento che giochi a basket a Los Angeles, devo chiederti una tua opinione sulla Ball Family. So che non ti incroci spesso con loro. Chino Hills e Crossroads probabilmente non si incontrano troppo spesso per poter dare un giudizio.

Shareef O’Neal: Nella famiglia Ball sono davvero tutti dei talenti. Sono incredibili. Giocano un diverso tipo di pallacanestro, ma i media prestano attenzione più verso il college che per le high school, per quelli più piccoli quindi. Capisco come lavorano i media e, per esempio, solo un paio di anni fa sono stato “riconosciuto” perché nessuno sapeva che ero figlio di Shaq. Adesso se esco le persone chiedono delle foto con me, mi seguono dei fotografi ( paparazzi), mi chiedono autografi e così via. È opprimente per un ragazzo giovane come me. Mette molta pressione su ciò che facciamo e su quello che faremo, sia a livello universitario che a livello NBA.

Lonzo Ball ha dominato nei suoi anni di high school.  Ha dominato al college. Ora è ancora più grande perché sta andando tra i pro della NBA. Tutti aspettano di vedere cosa farà sul parquet dei grandi. Probabilmente questa è la parte più importante, la pressione che dovrà gestire. Quanto più giovane sei, più pressione hai al giorno d’oggi. Quanto più creo hype, più sale la pressione. Io mi rendo conto di avere tanta pressione per via del cognome che è sulla mia maglia. Mio padre è conosciuto come il miglior centro di sempre.  Questo è un grande risultato per lui e lo è anche per me ma sento una grande pressione. Quando ero più giovane, avevo paura di diventare un bust nella NBA ma so che la strada da fare è ancora tantissima. Continuo a lavorare sodo per dimostrare a tutti che non lo sono.

B/R: Parlando di business, c’è tanto denaro nel gioco delle scarpe e tornando alla famiglia Ball, la scarpa del Big Baller Brand sarà presto sul mercato. Tu cosa pensi dei modi per commercializzare sé stessi per cercare di aprirsi delle strade, prima ancora che l’università sia finita per poi passare ai pro?

Shareef O’Neal: Vendere me stesso come giocatore, mi sento… non sto cercando di mettere in ombra qualcosa, ma mi sento che il miglior modo per farlo è farlo da solo, non attraverso mio padre. Conosco la famiglia Ball, il loro papà svolge è il fulcro centrale e lavora sia con i media con il marketing che ha creato attorno al nome della famiglia. Questo potrebbe aiutare ma potrebbe anche non aiutare. Io voglio fare tutto da solo, voglio far sapere a tutti che non voglio guadagnare grazie a mio padre o grazie a quello che fa mio padre per commercializzarmi. Devo emergere come giocatore.

 

 

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone