Swaggy P annichilisce l’Alamo a fil di sirena! Chicago meglio di Portland, vittorie per Pistons e Hawks

Season High per D-Rose: 31 punti (cadillacnews.com)
Season High per D-Rose: 31 punti (cadillacnews.com)

PORTLAND TRAILBLAZERS @ CHICAGO BULLS 106-115: notte di alto livello in Illinois dove allo United Center si presentano dei carichissimi Portland TrailBlazers guidati dalle stelle Lillard e Aldridge, sotto gli occhi di un doppio ex come Scottie Pippen. Tante le sfide nelle sfide, a partire proprio da Lillard vs Rose, finendo con Gasol vs Aldridge. I dati vanno nella direzione dei TrailBlazers, con un record di 7 vittorie consecutive contro i Bulls. L’avvio di gara segue la tendenza dei predetti dati e Portland parte subito bene ma deve fare i conti con un ispiratissimo Derrick Rose. Più che della squadra ospite, l’inizio di gara è disarmante per LaMarcus Aldridge: primo quarto celestiale da 21 punti, 10/12 dal campo e dominio totale sui primi 12’. Chicago, nonostante la furia rosso-nera, resta sempre a contatto e gran parte del merito va a Nikola Mirotic, il più lesto ad aprire il campo e a finalizzare le transizioni iniziate da D-Rose. Un cospicuo parziale  consente a Chicago di mettere il naso avanti e non di poco (59-51 all’intervallo). Si rifanno sotto gli ospiti grazie ad un revitalizzato Damian Lillard e la tavola è dunque già apparecchiata per un ultimo quarto tutto da gustare. Mirotic continua a stupire e guadagna gran parte della fiducia di coach T. soprattutto per il grande lavoro difensivo. La sua schiacciata vale il +8 a 10’ esatti dalla fine. Non abbiamo ancora assistito alla solita pioggia di tiri da 3 dei TrailBlazers e ad aprire le danze è Lillard con la tripla del -5 e in zingarata nel pitturato per il -4. La risposta di Thibodeau è il doppio playmaker con Brooks e Rose insieme sul parquet. La posizione di guardia non dispiace al talento di Memphis che ha ancora più libertà di movimento. Ci vede molto lungo coach T. perché la coppia di playmaker è quella che creerà più danni alla difesa di Portland. Il canestro cadendo indietro di Brooks vale il +11 a 5:40 dalla sirena finale. Ma il palcoscenico è tutto per D-Rose che con le sue incursioni chiude la partita e fa registrare il suo nuovo season high di 31 punti in 31’ di gioco. Game, set & match 106-115 Chicago che vince e convince. Da applausi comunque Lillard e Aldridge che combinano 70 punti in due (35 a testa).

PORTLAND TRAILBLAZERS (17-6): Batum 7, Aldridge 35, Lopez 4, Matthews 10, Lillard 35, Blake 9, Kaman 2, Crabbe, Leonard, Freeland 4.

CHICAGO BULLS (14-8): Dunleavy 8, Gibson 12 + 10 RT, Gasol 13 + 10 RT, Butler 11, Rose 31, Hinrich 8, Mirotic 15, Brooks 17.

 

LOS ANGELES LAKERS @ SAN ANTONIO SPURS 112-110 OT: poteva essere una serata storica per Kobe Bryant, per la NBA e per tutti gli innamorati della palla a spicchi. Non è stato così, perché Kobe non ha superato MJ ma la partita è stata comunque spettacolare e con un finale a sorpresa. All’AT&T Center di San Antonio, Texas arrivano i Los Angeles Lakers. L’avvio è decisamente traumatico per i gold-and-purple visto il 12-2 di parziale nei primi 4’ di gioco. Niente paura, la palla nelle mani del 24 e via così. E’ questo effettivamente lo schema utilizzato dai Lakers ad inizio gara e Kobe non tradisce le aspettative. Mai come stanotte, Bryant è contagioso e anche il resto delle truppe di coach Scott riescono a portare il proprio tassello importante. Il vantaggio si dissolve e addirittura i Lakers mettono il naso avanti con Nick Young che da 3 firma il 40-38 LA. La difesa Spurs sembra poco reattiva e la voglia di vincere su un campo prestigioso come quello dell’Alamo è evidente negli occhi e nel body language dei giallo-viola. Si andrà all’intervallo lungo sul punteggio di 54-50 LA. Popovich prova ad alternare i suoi giocatori su Kobe ma i risultati non sono molto diversi e l’assenza di Leonard pesa più del previsto. La sponda più in della città degli Angeli continua a condurre la gara, senza mai però scrollarsi di dosso la pressione dei padroni di casa che restano abbarbicati anche grazie ad un eterni TD. A 2’ esatti dalla fine, il Black Mamba prova a chiudere i conti con una tripla dal quoziente di difficoltà elevatissimo che porta i suoi sul +9 (101-92). Ma siamo in Texas, in casa dei campioni in carica e la scossa arriva sempre: tripla di Manu, tripla di Green e -1 Spurs a 45’’ dalla fine! Kobe sbaglia dall’altra parte e Manu subisce fallo e andrà in lunetta con 06.8 sul cronometro. Il primo va cortissimo, il secondo entra. La rimessa disegnata per Bryant che tira ma il ferro sputa il suo tiro cadendo sul lato. Ultimissima chance con poco più di un secondo per SA ma Duncan sbaglia. È OVERTIME! Gli Spurs sembrano averne di più e mettono di nuovo il naso avanti 109-110. L’ultima opportunità è nelle mani dei Lakers e in quelle di Lin che penetra, Manu va ad aiutare quando non dovrebbe, lascia solo Young che riceve, non pensa minimamente di darla a Kobe, si alza da 8 metri e con le mani in faccia di Ginobili segna uno dei canestri più pazzi della sua carriera!! 112-110 LAL!! Manu prova a rispondere ma è troppo tardi. La decide Swaggy P e i Lakers espugnano San Antonio. Per la storia c’è tempo: Kobe realizza 22 punti e si porta a 10 lunghezze di distanza per superare Michael Jordan.

LOS ANGELES LAKERS (7-16): Johnson 13, Davis 2, Hill 14 + 10 RT, Bryant 22, Price, Lin 14, Boozer 14 + 13 RT, Young 29, Sacre 4, Ellington.

SAN ANTONIO SPURS (16-7): Anderson 6, Duncan 19 + 18 RT, Bonner 5, Green 19, Parker 5, Ginobili 18, Joseph 16, Baynes 2, Belinelli 9, Diaw 5, Splitter 6.

 

(espn.go.com)
(espn.go.com)

ORLANDO MAGIC @ ATLANTA HAWKS 81-87: alla Philips Arena va in scena una partita che potremmo chiaramente definire all’europea se consideriamo i numeri sul tabellone finale. Anche il ritmo gara non si dissocia tanto da una tradizionale partita FIBA. Resta, nonostante tutto, piacevole la partita con un primo quarto equilibrato e un secondo quarto in cui vincono gli attacchi e le difese restano a guardare. È il caso della difesa Magic che resta a guardare sulle due schiacciate di Al Horford che sanciscono il +5 Hawks (30-35). A ristabilire la parità a quota 40 con la quale si chiuderà il primo tempo è Fournier che con tanto spazio realizza a fil di sirena. Entrano molto più determinati sul parquet gli Orlando Magic e la buona circolazione di palla fa sì che il vantaggio tocchi il +7 grazie ad Harris (50-43). Si arriva addirittura alla doppia cifra di vantaggio sull’asse Payton-Oladipo, con il primo che inventa e il secondo che finalizza da 3 punti. Prima della sirena del terzo quarto, però, si stringono le maglie in difesa e Atlanta torna nettamente in partita! Il parziale è di 11-0 e viene chiuso dalla tripla dall’angolo ancora di Al Horford. 64-64 quando inizia il quarto periodo. Il killer resta sempre lo stesso: la zampata decisiva per il vantaggio è firmata sempre da Kyle Korver e i suoi tiri dalla lunga distanza. La sua tripla vale il +4 Atlanta mentre quella di Millsap, autore di un’altra gran partita, vale il +5 a 5:30 dalla fine. Il punto esclamativo arriva da due delle mani più veloci della NBA, ovvero sia quelle di Jeff Teague. Atlanta raggiunge la nona vittoria consecutiva, risultato che non raggiungeva da ben 16 anni!

ORLANDO MAGIC (9-16): Harris 13 + 11 RT, Frye 8, O’Quinn 14 + 10 RT, Fournier 18, Oladipo 21, Dedmon, Gordon 5, Payton 2, Green, Marble.

ATLANTA HAWKS (16-6): Carroll 12, Millsap 23, Horford 17, Korver 6, Teague 13, Brand 1, Sefolosha 2, Macj, Schroeder 5, Scott 8.

 

DETROIT PISTONS @ PHOENIX SUNS 105-103: Passiamo dalla Georgia al deserto dell’Arizona per vedere com’è andata tra Suns e Pistons, due squadre che hanno terribilmente bisogno di vincere per rilanciarsi in classifica. Il primo quarto comincia all’insegna dello spettacolo, con una delle giocate più belle della notte: Smith la alza per Drummond che a modo suo la schiaccia con violenza a canestro. Mentre i Suns usano concretezza in attacco, Drummond continua a schiacciare in testa a tutti. L’inserimento di Meeks, al suo debutto stagionale in maglia Pistons, è decisivo per coach Van Gundy che trova in lui quell’arma in più che forse mancava. Thomas prova dall’altra parte a tenere a galla i suoi ma è nella metà campo difensiva che sorgono i problemi maggiori. Si va negli spogliatoi sul punteggio di 55-52 Pistons. Continua, una volta tornati sul parquet, lo spettacolo di schiacciate di Detroit ma stavolta al piano di sopra ci va Caldwell-Pope! La partita continua a viaggiare sui binari dell’equilibrio e la tripla di Dragic vale appunto il 65 pari. Si andrà con questo andamento fino alle fine, così come non smetterà di schiacciare Andre Drummond autore di una eccellente partita. Un’altra parità viene firmata dal folletto Thomas che con un coast-to-coast di fa beffe di tutti e realizza i punti del 97-97 a 2’ dalla fine. La risposta, l’uomo in più per i Pistons nel finale si chiama KCP, Kentaviuos Caldwell-Pope: tripla e vittoria per i Pistons che interrompono la striscia di 13 risultati negativi consecutivi. Non può dire lo stesso Phoenix che deve fare i conti con la quarta L di fila e una difesa che non è reattiva quanto coach Hornacek vorrebbe. Finisce 105-103 all’US Airways Center.

DETROIT PISTONS (4-19): Smith 12 + 11 RT, Monroe 12, Drummond 23 + 14 RT, Caldwell-Pope 14, Jennings 8, Meeks 12, Butler 4, Augustin 11, Jerebko 4, Singler 5.

PHOENIX SUNS (12-12): Tucker 16, Morris 17, Plumlee 10. Dragic 18, Bledsoe 16, Len, Green 3, Tolliver 3, Thomas 10, Morris 10.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone