Troppo Thompson per i Lakers, Harden trascina i Rockets. Bene Raptors e Grizzlies, un Davis mostruoso non basta contro i Mavs. Primo hurrà per Okc

Ai Pelicans non è bastata la solita prova offensiva totale di Anthony Davis (foto da: www.shreveporttimes.com)
Ai Pelicans non è bastata la solita prova offensiva totale di Anthony Davis (foto da: www.shreveporttimes.com)

DALLAS MAVERICKS @ NEW ORLEANS PELICANS 109-104 – Nonostante il solito mostruoso Anthony Davis e un Tyreke Evans che va vicinissimo alla tripla doppia (22 punti, 10 rimbalzi e 9 assist) I Dallas Mavericks riescono ad imporsi sui Pelicans espugnando lo Smoothie King Center di New Orleans. I primi due quarti sono un sostanziale dominio dei texani, con i padroni di casa tenuti in partita da un Davis in versione arma offensiva totale: per il lungo da Kentucky, alla fine, i punti saranno 31 (9/21 al tiro) con 15 rimbalzi. Al talento del 23, i Mavs rispondono con il gioco di squadra e, grazie ai vari Ellis, Parsons e Chandler, i punti di vantaggio all’intervallo lungo sono 14 (66-52). La riscossa della “Big Easy” arriva in un terzo quarto da 20-37 di parziale: oltre al solito Davis, sugli scudi ci sono anche il già menzionato Tyreke Evans e uno Jrue Holiday da 24 punti e 10/19 al tiro, la cui tripla a 4:55 dall’ultima pausa vale il sorpasso (72-75) Pelicans. L’ultimo periodo si apre sul filo dell’equilibrio totale (86-87). I Mavs alzano il livello della propria pallacanestro e, prima col jumper di Nowitzi (17 per lui), poi con il pick and roll sull’asse Ellis-Chandler, costruiscono quel margine di 7 punti (105-98) che risulterà decisivo. Ci penserà proprio il tedescone a chiuderla, con il suo classico piazzato dalla media a poco meno di un minuto dalla sirena finale. Vince Dallas 109-104.

Dallas Mavericks: Aminu e Jefferson 2, Parsons 20, Chandler 11, Ellis e Nowitzki 17, Nelson e Barea 8, Harris e Wright 12;

New Orleans Pelicans: Evans 22 (10 rimb.), Asik 13, Holiday 24, Henderson 11, Davis 31 (15 rimb.), Rivers 3

MEMPHIS GRIZZLIES @ CHARLOTTE HORNETS 71-69 – Appena tre uomini in doppia cifra, il 36,1 % dal campo (28,6 da tre punti) e Stephenson con percentuali disastrose. Sono i numeri, rivedibili, degli Chalotte Hornets che incassano la sconfitta casalinga a vantaggio dei Memphis Grizzlies. Non che gli ospiti, alla terza W consecutiva, facciano molto meglio ma, almeno, trovano nel solito duo Randolph-Gasol, l’ancora cui aggrapparsi nei non rari momenti di difficoltà. I due lunghi fanno intendere fin da subito le proprie intenzioni con una serie di giocate in post praticamente immarcabili per la difesa di casa. Gli Hornets, dal canto loro, trovano delle risposte valide solo in Kidd-Gilchrist (doppia doppia da 11 e 12 rimbalzi) e in un Al Jefferson da 19 punti; più che sufficiente in una partita dal punteggio molto basso (36-30 all’intervallo lungo). Nella ripresa il copione non cambia, con la partita che si trasforma in un lungo uno contro uno Gasol-Jefferson. Alla fine, a prevalere sarà lo spagnolo, con Charlotte che, però, avrebbe la palla della vittoria: come qualche giorno fa a prendersi la responsabilità è Kemba Walker ma, stavolta, il tiro va lungo sul secondo ferro. Vncono i Grizzlies 71-69.

Memphis Grizzlies: Carter e Conley 9, Prince, Leuer e Pondexter 2, Gasol 22, Allen e Udrih 6, Randolph 12 (12 rimb.), Koufos 1;

Charlotte Hornets: Kidd-Gilchrist 11 (12 rimb.), Jefferson 19, Stephenson 2, Walker e Roberts 5, Henderson 8, Williams 3, Zeller 6, Neal 10

TORONTO RAPTORS @ ORLANDO MAGIC 108-95 – Grazie ad un terzo quarto da 38-26 i Toronto Raptors riescono ad aver ragione degli Orlando Magic e a ottenere la seconda vittoria stagionale. All’Amway Center di Orlando l’inizio è abbastanza equilibrato con Vucevic (solida doppia doppia da 15 e 12 rimbalzi) e Elfrid Payton a prendersi il proscenio con una serie di giocate notevoli. Dall’altra parte la risposta è affidata al solito DeRozan (top scorer a quota 26 punti) e a un Kyle Lowry da 21 e 5 assist. Alla sirena di metà gara il tabellone recita 49-52, con la sensazione che le squadre si siano riservate il meglio per il prosieguo. Certamente così per i Raptors che, grazie ai soliti Lowry e DeRozan (rispettivamente 9 e 13 punti nel terzo quarto), piazzano l’allungo che si rivelerà decisivo. Quando poi, a poco meno di 4 minuti dalla fine, Terrence Ross (11 punti), piazza la tripla del 98-90, la W prende definitivamente la strada del Canada. Vincono i Raptors 108-95.

Toronto Raptors: Hansbrough e Patterson 2, Ross e Valanciunas (11 rimb.) 10, DeRozan 26, Lowry 21, A. Johnson 14, Williams 5, J. Johnson 12, Vasquez 6;

Orlando Magic: Harris e Frye 11, Vucevic 15 (12 rimb.), Fournier 18, Payton 16, Ridnour 4, Gordon e Harkless 7, Dedmon 6

Tripla doppia sfiorata per il "Barba" (foto da: www.recorder.com)
Tripla doppia sfiorata per il “Barba” (foto da: www.recorder.com)

BOSTON CELTICS @ HOUSTON ROCKETS 90-104 – Partita sostanzialmente senza storia al Toyota Center di Houston, dove i Rockets archiviano la pratica Celtics già nel primo quarto con un 22-37 di parziale che non ammette repliche. Trascinati da un Harden che flirta con la tripla doppia (26 punti, 8 rimbalzi e 6 assist) e da un James Jones livello extralusso (doppia doppia da 25 e 10 rimbalzi), i padroni di casa non hanno difficoltà ad aver ragione fin da subito della fragile difesa ospite. I Celtics tirano male (42,1 % dal campo e 35,3 % dall’arco) e capiscono ben presto che si trovano di fronte a una montagna troppo alta da scalare. Il 38-57 di metà partita è ben più di una sentenza. Sullinger e Jeff Green (rispettivamente 14 e 17 punti) sono gli ultimi ad arrendersi ma la W dei Rockets è, di fatto, una formalità sigillata dalla tripla del 62-81 di Harden allo scadere del terzo quarto. Gli ultimi 12 minuti sono di pura accademia per i texani, che vincono 104-90.

Boston Celtics: Smart 2, Green 17, Olynik, Bass, Turner e Zeller 8, Bradley e Young 6, Rondo 4 (10 rimb.), Sullinger 14, Thornton 9;

Houston Rockets: Terry 7, Ariza e Canaan 9, Howard 14, Harden 26, Black 2, Jones 25 (10 rimb.), Papanikolau e Daniels 3, Motiejunas 6

DENVER NUGGETS @ OKLAHOMA CITY THUNDER 91-102 – Prima vittoria stagionale per i Thunder che riescono a imporsi sui Denver Nuggets, nonostante le rotazioni limitate dagli infortuni e con le due stelle Durant e Westbrook ancora in infermeria.Alla Chesapeake Energy Arena a mettersi in mostra sono le seconde linee di Okc, trascinate da un Serge Ibaka da 23 punti in grado di colpire anche da dietro l’arco (3/7 complessivo). Il primo quarto da 17-29 fa intuire che questa può essere la serata giusta per i padroni di casa, complice la disastrosa serata al tiro degli ospiti (34% dal campo nel solo primo tempo). Aggiungiamoci un Kendrik Perkins da 6/7 al tiro (17 punti) e un Perry Jones “westbrookeggiante” ed ecco spiegato il 33-55  che apre il terzo parziale. Lo script della partita non cambia, nonostante i Nuggets provino a rientrare, guidati da un Ty Lawson da 25 punti: l’appoggio al vetro del playmaker da North Carolina vale il -6 (82-88) a 3:42 dalla sirena finale. Ma, ancora una volta, è una tripla di Ibaka (85-91) a restituire ossigeno al pubblico di Oklahoma City, con Jones a mettere in ghiaccio la W con una conclusione spettacolosa da quasi 8 metri (87-94). Vincono i Thunder 102-91.

Denver Nuggets: Chandler e Foye 5, Gee e Robinson 3, Faried e Gallinari 7, Mozgov 10, Afflalo 14, Lawson 25, Nurkic e Arthur 2, McGee8;

Oklahoma City Thunder: Adams 13, Perkins 17, Thomas 12, Collison 2, Jones e Ibaka 23, Telfair 4, Roberson 8

"The Splash Brithers" combinano per 72 punti contro i Lakers (foto da: bleacherreport.com)
“The Splash Brothers” combinano per 72 punti contro i Lakers (foto da: bleacherreport.com)

LOS ANGELES LAKERS @ GOLDEN STATE WARRIORS 104-127 – Tra i due litiganti (Bryant e Curry), il terzo (Thompson) gode. E’ questa la perfetta sintesi dello spettacolo andato in scena all’Oracle Arena, dove i Lakers incassano la quarta sconfitta consecutiva del loro travagliatissimo avvio di stagione ad opera dei Golden State Warriors. Un primo quarto da 35-29 è il preludio ad una partita dalle cifre spaventose: in particolare per Klay Thompson, autore del personale “career high” a quota 41 punti (14/18 al tiro e 71,4 % da tre) e autentico mattatore di serata. Dove non arriva lui, poi, ci pensa il “gemello” Curry, autore del “circus shot” che vale il 45-49 a 4:12 dall’intervallo lungo. Non è da meno Kobe Bryant (28 punti, 12/28 dal campo) il cui canestro del 53-59 va contro ogni legge della fisica. E’ sempre il “Mamba”, intorno alla metà del terzo quarto, a mantenere la gara sul filo dell’equilibrio, siglando, nonostante il fallo subito, il 65-68. Ma è la serata di Klay Thompson e il numero 11 lo ribadisce andando a segno con il lay up, dopo una finta che manda per terra proprio Kobe. Il 24, furente come poche altre volte in carriera, si fa dare immediatamente palla in attacco e manda a bersaglio il 78-82, con tre avversari che gli saltano davanti. La partita è bellissima ma la superiorità dei Warriors emerge tra la fine del terzo e l’inizio del quarto parziale, con gli “Splash Brothers” a prendersi il palconscenico: il “clinic” di ball handling con cui Steph va a canestro per il +9 (94-103) è di una bellezza abbacinante. Ma a chiuderla deve essere Thompson: prima la bomba del 94-106, poi la schiacciata in contropiede del 97-113. Finisce 127-104 Warriors.

Los Angeles Lakers: Davis 13, Johnson 15, Hill 23, Bryant 28, Lin 6, Price 1, Boozer 9, Ellington 2, Sacre 4, Clarkson 3;

Golden State Warriors: Iguodala 9, Barbosa e Green 9, Barnes 15, Bogut 6 (10 rimb.), Thompson 41, Curry 31 (10 ass.), Ezeli 2, Speights e Livigston 3

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone